composizioni miniate, ma, non avendo soda educazione arti-
stica, preparazione erudita, vincoli con la tradizione, le tra-
dussero in una forma popolare. Manifestarono l’arte loro a
San Severino, passarono per Fabriano e Foligno, procedet-
tero a Cagli, a Urbino e a Pesaro. Di Lorenzo è un trittico
dipinto a ventisei anni nella Pinacoteca della sua città natale,
con la data del 1400, alla quale però mancan le cifre delle
decine e delle unità" (fig. 92). Manchevole nelle architetture
de’ corpi, che sembran fusti di legno coperti di panneggio
gotico, il quadro tuttavia sorprende per una certa freschezza
di tinte, segnate con pennello rapido e grasso, e più per le
analogie della composizione mediana, ov’è la Vergine seduta
sul prato fiorito, con le rappresentazioni dell’Italia setten-
trionale. Il trittico era nella chiesa di San Lorenzo di San-
severino, che nella cripta ci mostra pitture della stessa mano,
veramente grottesche. La deposizione di Sant’Andrea dalla
croce è un esercizio di funamboli, di pagliacci che, per
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montare in alto, salgono sul dorso de’ compagni. Aggiunge
ad essi aiuto, Massimilla, la pietosa che poi seppellì l’Apo-
stolo, puntando il capo sotto il corpo del Santo penzoloni. La
ressa del popolo per prendere l’elemosina, coi fanciulli che si
dan pugni e calci, che si tirano i capelli, è una scena pure
grottesca; e tale è l’altra con la danza di uomini nani, forse
presso la tomba di Sant'Andrea, donde esce la manna a segno
della fertilità della terra.° Quelle forme in caricatura e gli or-
1 Dietro lo sportello a sinistra, si legge: ANO: DOMINI M.CCCC. E dietro quello
di destra, la continuazione della scritta, in parte caduta: ....+& DIE:1I: MENS--D.
GENARO. Nel diritto, in basso della parte mediana: NEL : LIMEI : ANNI * XXVI:
IO * LORENCO | FI[ci]: QVISTO - LAVRIE]RO.
2 SEVERINO SERVANZI CoLLlIo (Le pitture a fresco scoperte nell’antica Cattedrale di
Sanseverino passate in proprietà all’ordine Minoritico riformato nell’Album, a. XXVI,
pag. 410-415, 1859) non propose alcuna spiegazione delle rappresentazioni, ma lesse in
un cartello posto sopra la lunetta del muro principale quest’iscrizione: «... liviero operò
chon lorenzo et jacomo so fratello». Il compagno dei Sanseverinati potrebbe essere il
marchigiano Olivuccio (erroneamente detto Aliguccio) di Ciccarello, nominato in un do-
cumento del 1391, come fideiussore di Antonio da Lucca, pittore dimorante in Ancona,
in altri rogiti dal 1421 al 1426, in un atto del 20 novembre 1429 col quale gli è allogato
per incarico di Filippo Maria Visconti un’Adorazione de’ Magi nella Santa Casa di Lo-
reto, infine in una carta del 1432 come esecutore di pitture in San Francesco alle Scale