Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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adorazione degl’idoli, coperto di serpi, buttato in mare, rac- 
colto da un pescatore che gli dette pietosa sepoltura in uno 
scoglio. Il sarcofago di marmo bianco e rosso, con angioli 
rossi e azzurri con accese faci ai vertici del coperchio, esce 
di terra e naviga in mare, ondeggia sulle acque, contrasta 
ai flutti, giunge su d’una spiaggia. Di 1à lo trasportano le 
giovenche, lo precede il clero in processione; le giovenche 
lo portano ancora, e infine entra nella chiesa. È un rac- 
conto in cui sembrano ripetersi le cadenze d’una cantilena.* 
Questa pittura romagnola che ci mostra conservati e leg- 
germente svolti gli elementi tradizionali, dà a Fermo il suo 
miglior saggio nel quadro con le storie della vita di Santa 
Lucia, ora nella Canonica della chiesa di questo nome.” In un 
primo scompartimento è rappresentato il sarcofago di San- 
t’Agata, presso il quale stanno Lucia assonnata e sua madre 
orante, mentre Agata raggiante appare a Lucia nel sonno e le 
annuncia la guarigione della madre. Nei quadretti seguenti sì 
vede la Santa dispensatrice delle proprie ricchezze ai poveri; 
tradotta dal fidanzato davanti a Parrasio minaccioso (fig. 98); 
legata, trascinata, ma immobile per quanta forza facessero 
uomini e buoi; imperterrita tra le fiamme (fig. 99); colpita da 
un manigoldo con un pugnale nella gola; comunicata da un 
sacerdote nel luogo dove fu ferita, infine sepolta. In questi 
quadretti, nonostante i trecenteschi arcaismi, vi è ricerca di 
costumi, determinazione caratteristica di figure. Le composi- 
zioni son racchiuse tra colonnine tortili e sottarchi ornati di 
semicerchietti tangenti; le figure brevi, i baldacchini e le aule 
con archi ridotti pensili nel davanti per far largo ai perso- 
I Reca la scritta BITINVS FECIT HOC OPVS -:- ANNO DNI MCCCCVIIII 
(questa data è in parte cancellata, ma ai numeri consunti e mancanti suppliscono i do- 
cumenti, come attesta G. CESARE BATTAGLINI, Descrizione della tavola nella chiesa di 
San Giuliano di Rimini dipinta il 1409 dal maestro Bilino, Firenze, 1886). A proposito 
di questa tavola cfr. LUIGI TONINI in Atti della Deputazione di Storia Patria delle Pro- 
vincie di Romagna, Il, 2, 1866 e ne L'Italia artistica, n. 1, 1886. 
2? Ne parlò il COLASANTI come di Un seguace di Gentile da Fabriano in Bollettino 
d'Arte, fasc. VII, 1908. 
TS
	        
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