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dipinte quali cose rare e preziose, pulite e levigate, lustre,
con fornimenti d’oro e di gemme, con drappi regali. I suoi
costumi sono inesistenti, fantastici in gran parte, come quelli
de’ personaggi d’un racconto di fate. Egli non sa muoverli,
incerto delle leggi della prospettiva e deoli scorci: non
riesce a costruire loro l’ambiente, ad allontanarne il paese
che sembra un vaghissimo trastullo fanciullesco con i castel-
Fig. 108 — Parigi, Museo del Louvre.
Gentile da Fabriano: Particolare della predella dell’ancona suddetta: La Pu7ificazione.
lini, i cavalieri sui cavallucci in fila, le scimmiette e gli uc-
celli. Il pittore che continuava la tradizione trecentesca, volle
avvicinarsi all’arte che a gran sforzo rispecchiava la vita
sociale, ma di questa riflesse soltanto, come per giuoco, ori,
broccati e gioielli con ogni finezza di orafo, con ogni vaghezza
di miniatore, con ogni carezza della mano piena di cortesia.®
1 Si attribuisce a Gentile da Fabriano dal BERENSON, 7Zhe Central Italian Painters
of the Renaissance {VII Impression, New York-London, 1907, pag. 146), nel Museo
Cristiano, il frammento d’un affresco supposto rappresentante la effigie di Carlomagno,
pittura invece t ecentesca. Aggiungiamo all’elenco delle opere di Gentile un frammento
di quadro, rappresentante un vecchio santo Anacoreta, mezza figura, vista di tre quarti,
nella Collezione Vittadini di Milano.