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tavoletta con una Santa Martire (n. 24). A _ Talamello di-
pinse un oratorio, con i quattro Dottori nella volta; l’Azn-
nmunciazione nella lunetta del fondo, vista come davanti a un
verziere: la Paurzficazione, nella lunetta a sinistra; l’Adora-
gione de’ Pastori, in quella a destra; nel fondo, sotto la lu-
netta, sono immagini imbrattate da restauri; nelle pareti la-
terali, sotto quelle immagini, sono Santi e Sante." Il pittore
sommario, con drappi arrotolati a lembi appuntiti, con le
faccie gonfie e le fronti convesse delle figure dalle tinte chiare
e rosate, ci sembra un continuatore di pittori romagnoli che
dalle Marche giunsero, traverso le Romagne, a Ferrara e
fino a Collalto presso Treviso.
I noti pittori ferraresi del principio del secolo xv hanno
tutti del mito. Antonio Alberti stesso dovrebbe essere il
pittore che nel 1417 fece per il Duomo di Ferrara una ta-
vola, « cosa degnissima da vedere », e nel 1464 dette in
isposa sua figlia Calliope a Bartolomeo padre di Timoteo
Viti. Di Galasso Galassi si fece come un numero complesso
di molte individualità; di Stefano da Ferrara, il compagno
di Avanzo e di Altichiero, il coadiutore del Miretto nel Sa-
lone di Padova, e l’amico del Mantegna.
Alla Corte estense, prima del 1430, tre pittori son. ti-
chiesti d’opere e di servigi da Parisina “Giovanni della Ga-
bella, che le dipinse un cofano per il corredo nuziale della
figlia di Jacopo, detto Zoesio, che fu poi il suo traditore, e
una cappella in San Francesco, nella chiesa presso la quale
pochi anni dopo fu sepolta la marchesana col figliastro Ugo.
Insieme son ricordati Giacomo da Bologna, forse Giacomo
Ursini, che dipinse nel 1418 uno stendardo; e Andrea da
Vicenza, che servi per molto tempo gli Estensi, ed eseguì
nel 1424 un ex-voto per Parisina. ?
1 PIVA, A sonzo per le Marche. Talamello in Arte e Storia, V, Firenze, 1886, n. 32,
pag. 233-34.
2 A. VENTURI, ] primordi del Rinascimento artistico a Ferrara in Rivista storica
zialiana, Torino, I.
3 Cfr. lo scritto sopra citato.