Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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forme nostrane dell’architettura. Ancora il San Giorgio ha 
i capelli a lunghi riccioli serpentini, come l’Arcangelo del 
monumento Brenzoni a San Fermo; e quel metodo di se- 
gnar le chiome a serpentelli si rivede ancora nel secondo 
piano, tanto nel Re, quanto in un gentiluomo che gli ca- 
valca appresso. Si noti pure che alcune delle figure intorno 
al Re di Silena, dolente della sorte dell’unica figlia, hanno 
ceffi grotteschi, perchè fatti di maniera. Insomma l’affresco 
sembra eseguito prima della venuta del Pisanello a Roma. 
Sfoggia qui pure cavalli poderosi, riccamente bardati, cani, 
uno de’ quali allunga il muso verso il lago, come se avesse 
udito il rumore del dragone che stava per alzarsi fuor dalle 
acque, e un altro annusa ansante nel terreno l’orma della 
fiera. A destra è un montone che dovrà saziar le brame 
di essa. Il Pisanello ha scelto il momento che precede la 
tenzone di San Giorgio. Secondo la Leggenda Aurea, agli 
uomini di Silena eran quasi venute meno le pecore date a 
pasto del drago per non essere ammorbati da esso, ed erano 
stati divorati quasi tutti i loro figliuoli dal mostro. Suonò 
l’ora del sacrificio per la figlia del Re, che piangendo, regal- 
mente vestita, andava verso il lago ove s’appostava il vorace. 
Vedendola, Giorgio le fece animo; ed ella, espostogli il peri- 
colo, lo invitò, lo pregò fuggisse lontano velocemente. Giorgio 
invece le promise aiuto nel nome di Cristo. Il Pisanello ha 
scelto il momento in cui il Cavaliere fissa lo sguardo nel 
lago e, sentendo prossimo il momento della tenzone, piantato 
un piede nell’alta staffa del destriero, sta per montare subi- 
tamente in sella; la figlia del Re guarda l’eroe stupefatta, 
trepidante. Dietro a lei un guerriero chiuso nell’elmo e con 
un’asta colossale sta sul cavallo ‘che solleva impaziente una 
zampa; e vengono altri cavalli. Nel secondo piano il Re 
e i suoi cortigiani come funebre coro; nel lontano la vista 
tetra di due appiccati penzoloni. Qui veramente il Pisanello 
mostrò la gran novità dell’arte sua, il suo talento di attore: 
non la scena di sangue e di morte, ma il momento d’ansia. 
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