Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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il silenzio drammatico dell’ultimo attimo d’attesa, che precede 
la folgore e lo scroscio della tempesta. 
Gli attrezzi dell’artista per la composizione sono ancora 
incompleti, lo scenario è convenzionale: una siepe dietro la 
linea delle figure, che col suo verde cupo dà scintillìo alle 
armature e agli ornamenti dorati; più là cumuli di terra dietro 
a’ quali s’appuntano le guglie e le torri della città fantastica. 
Nelle figure il Pisanello ricorre talvolta a convenzioni, come 
abbiam detto, ma già non si arresta innanzi a irregolarità 
di lineamenti e alla stravaganza della moda contemporanea, 
figurando la figlia del Re, con i capelli tirati sulla cervice 
dove forman « balzo », così da lasciare allo scoperto l’arcata 
della fronte e il lungo collo; e un cortigiano, a seguito del 
derelitto Re, con i capelli tagliati a mo’ di berrettone calcato 
sulla testa o di calotta di pelo. Il pittore, così rapido nel 
sorprendere i movimenti istintivi degli animali, abbandona 
talvolta i vecchi cànoni, per rendere le magnificenze degli 
abbigliamenti del suo tempo, e, nell’affresco di Sant’Anastasia, 
trova qualche linea, qualche tocco, per esprimere il dondolar 
nel vuoto de’ corpi morti degli appiccati, l’accasciamento del 
Monarca di Silena, la trepidanza della figlia del Re e più lo 
slancio del cavaliere che sta per montare in sella, mentre 
prende la mira del formidabile nemico. Il volto umano non 
è ancora del tutto liberato dalla vecchia maschera convenzio- 
nale foggiata nelle scuole pittoriche, ma passa già su di esso 
il fremito della vita. San Giorgio ha i capelli serpentini di 
Medusa, le alte sopracciglia arcuate, gli occhi a mandorla, 
il mento appuntito; ma gli balena negli occhi la sfida, vibrano 
le nari, si socchiudono mostrando i denti e si ripiegano le 
labbra. Sicuro di sè, l’eroico cavaliere moverà all’assalto e 
alla vittoria. 
Dopo la grande composizione, riesce arduo seguire l’artista 
per la perdita de’ suoi affreschi a San Giovanni Laterano e 
nel Castello di Mantova. Un tentativo di dare sviluppo alla 
rappresentazione del paese è nella Visione di Sant Eustachio
	        
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