Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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combattei per la legge di Cristo: tu vincesti il mostro di 
Libia giacente a’ tuoi piedi, io il demone immondo che mi è 
steso appresso. Il modo di presentare così i Santi in colloquio, 
come Donatello li figurò a due a due sulle porte in bronzo 
di San Lorenzo, e Luca della Robbia scolpì i rappresentanti 
delle Arti Liberali nel Campanile di Giotto, e il Signorelli 
frescò altri Santi nella Cappella di Loreto, non derivò di 
Francia e particolarmente dai meschini bassorilievi della Cat- 
tedrale di Lyon, come fu detto, bensì da un motivo di com- 
posizione che il Pisanello applicò prime tra noi e trovò per 
animare la presentazione dei Santi medesimi. Il pittore che 
cercava il movimento, rifuggiva a quel modo dalle rigide 
comparse, dall’allineamento in rassegna delle ben composte 
figure sacre. L’anacoreta, curvo dagli anni, viene innanzi a 
fatica, e il guerriero in armi forbite, col gran cappellone di 
paglia piumato, gli sta di fronte: smontato da cavallo, sta 
in atto di riposo, sollevato il piede sinistro munito dello spe- 
rone d’oro. Intenti a loro i due Santi non guardano in alto 
la Vergine che appare in un cerchio di luce frangiato di 
nubi, china la testa su quella del Bambino che le stringe 
il collo con le piccole braccia: immagine gentile, suggerita 
probabilmente da qualche stucco fiorentino. 
Non altra composizione complessa si ha dell’artista che, 
nell’opera giunta a noi frammentaria, vediamo tutto rivolto 
alla ricerca del carattere e dei movimenti dell’ espressione, 
senza che ci appaia ancora completo, con le sue tendenze 
appieno determinate. Delle ricerche perseguite con insi- 
stenza fanno fede i disegni nel Gabinetto Nazionale delle 
stampe a Parigi; ma nemmeno da essi si trae certezza che 
egli raggiungesse il compimento de’ proprî ideali. Da quei 
disegni, fatta astrazione de’ perfettissimi di animali, non ci 
è dato ricostruire la parte a noi mancante dell’attività del 
maestro. Oltre i disegni di quadri a noi noti, de’ quali s’ in- 
I A. VENTURI, Storia, vol. VI, pag. 290 in nota.
	        
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