Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

‘DD - 
quella della corona viscontea con rami di palma e di olivo 
e col motto «<a bon droit», e fu compiuta probabilmente 
nella parte inferiore dopo il 1450, regnante Francesco Sforza, 
di cui sotto le finestre sono gli stemmi e le imprese. E 
l’opera più compiuta che resti in Lombardia dell’arte signorile 
tutt’abbagliante d’oro, conforme alla pittura veronese, nella 
prima metà del Quattrocento.' La decorazione d’una cap- 
pella a destra in Sant’ Eustorgio,° che parve di carattere 
pisanelliano, appartiene al ciclo di quell’arte lombarda, come 
gli appartengono parecchi disegni esposti nella Galleria 
Ambrosiana. 
Intorno a Milano si hanno segni della diffusione del- 
l’arte stessa: nel Museo Patrio mantovano è una Madonna 
allattante il Bambino (n. 5), con grandi occhi tondi (fig. 162), 
secondo il tipo degli Zavattari. A. Cremona, la leggenda figu- 
rata dei tre Vivi e dei tre Morti, in San Luca, l’/ncoronazione, 
in Santa Lucia (fig. 163), e alcuni frammenti di una Madonna 
con la data 1448 nel Museo Ala-Ponzoni mostrano attinenze 
non poche nè lievi con quei maestri lombardi. Il goticismo 
continua a Cremona con Cristoforo Moretto,? di cui serbasi 
un quadro dal senatore Gabba a Milano, e perfino con Be- 
nedetto e Bonifacio Bembo. Del primo si può osservare nel 
quadro del castello di Torchiara, del secondo un trittico, 
senza nome d’autore, nel Museo Ala-Ponzoni:* in questo 
specialmente può indicarsi la fonte prima dell’educazione di 
Vincenzo Foppa, capostipite della pittura lombarda. Fu già 
notato che nelle prime opere il Foppa richiama le forme 
1 Intorno a un’altr’opera de’ fratelli Zavattari cfr. R. MAjoccHI, Di alcuni dipinti 
dei fratelli Zavattari e di Giacomo Vismara in San Vincenzo in Prato di Milano in 
Rivista di Scienze Storiche, Pavia, 1908. 
2 BOTH DE TAUZIA, Notice des dessins de la collection His de la Salle exposés au 
Louvre, Paris, 188r. 
3 Su Cristoforo Moretto si hanno notizie nel Bullettino storico della Svizzera ita- 
liana, VI, 1884, pagg. 176, 246; VII, 1885, pag. 201; e nell’A7ch. Storico lombardo, 1879, 
pag. 568 e nel vol. X, fasc. 2, pag. 239. Cfr. anche F. MALAGUZZI-VALERI, op. cit. 
4 Il quadro è diviso nelle sue parti: la parte mediana, rappresentante la Madonna 
col Bambino in trono, angioli e un committente, è classificata A. 162; le parti laterali, 
con Sant'Antonio da Padova e San Giorgio, portano l’indicazione A. 161. 
DS
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.