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Giovanni d’Alemagna, sia o no, come oggi si suppone,
di Uphenon, portò a Venezia l’arte bavarese, in un grado
di sviluppo quale si mostra nella Madonna della Misericordia,
nella chiesa del convento di Heilsbrunn, e in Hans Peurl,
autore dell’altare Tucher nella chiesa di Nostra Donna, a
Norimberga. * È indicata un’opera primitiva del maestro tede-
sco, nella chiesa dei Filippini a Padova, ma invece essa appar-
tiene al periodo della collaborazione con il maestro veneziano.
La vegetazione di forme gotiche cresce ne’ quadri ese-
guiti dal 1441 al 1450 in società da Antonio Vivarini con
Giovanni d’Alemagna (7 1450). Una pala del 1441, in Santo
Stefano, firmata dai due maestri, è perduta; ma restano due
pale e la parte di una terza a San Zaccaria (1443), l'/7160-
ronazione a San Pantaleone (1444), la Madonna e Santi nella
Galleria di Venezia (fig. 178), « l’opera più monumentale della
collaborazione »,î la Madonna del Museo Poldi Pezzoli a
Milano, con le parti laterali nella National Gallery di Londra,
l’/ncoronazione del Museo Civico di Torino, le Madonne di
Città di Castello (fig. 179) * e della Galleria di Budapest (n. 1029).
In tutti questi quadri è una pesantezza plumbea delle forme
figurate tra i cardi selvatici e le architetture dagli spigoli
taglienti. Non più sul fondamento di semplici tavolette sor-
gono i Santi negli scomparti de’ politticii, ma sopra gotici
plinti e basi traforate a curve rientranti. E in tutto è il do-
minio del bosso e del metallo. Grande severità assumono
i Santi minacciosi, truculenti; Maria ridiviene la medioevale
Regina, con la corona gemmata, un drappo ricamato di
stelle sul capo, la tunica purpurea e il manto azzurro con
ricami e auree orlature. Il semplice Muranese riprese tutti
1 CARL GEBHARDT, Die Anfinge der Tafelmalerei in Niirnberg in Studien zur
Deutschen Kunsigeschichte, Heft 103, Strassburg, 1908. Cfr. anche THOpDE, Malerschule
von Niirnberg im XIV u. XV Jahrh. in ihrer Entwicklung bis auf Diirer dargestellt,
Frankfurt, 1891.
2° Cfr. CC. GREBHARDT, op. 'sudd., pag. 1135
3 LIONELLO VENTURI, op. cit., pag. 110.
4 ToEscCA in L’Arte, 1903, pag. 245 e seg.