nel 1444 ne fu fatta eseguire una seconda a Vicenza, che
fu portata e messa sull’altare di Sant’Alessandro nell’anno
medesimo. È probabile che Jacopo Bellini nel rappresentare
l'Annunciazione sì sia ispirato al disegno già eseguito per
il soggetto dal Beato Angelico, o abbia liberamente tra.
dotto in forme maggiori un’anconetta del grande pittore:
la iconografia della rappresentazione è simile a quella del
Beato, nel moto dell’angiolo che sta per inginocchiarsi da-
vanti a Maria, nella scena svolgentesi dietro le arcate d’un
chiostro, con l’Arcangelo e Maria veduti tra gl’intercolunnî.
I particolari sono meno umili di quelli di Frate Giovanni,
le vesti sono di ricche stoffe, la tenda del fondo con tela
aurea orlata da lettere pseudo cufiche, il soffitto a lacunari,
non semplicemente d’un azzurro stellato come lo dipinse
l’Angelico. Qui meglio si vede Jacopo Bellini tendere a
forme veronesi e associare anche, specie nell’Arcangelo,
qualche elemento straniero nella decorazione del paluda-
mento. Ma dopo aver eseguito quella Annunciazione, la-
sciando ad altri raestri l’esecuzione della predella, Jacopo
Bellini si rinnovò con lo studio della prospettiva, geome-
trizzò le sue figure tra linee perpendicolari parallele, lasciando
ogni goticismo. Di quest’ultimo periodo si ha traccia nel
San Girolamo, tutto guasto e spelacchiato, del Museo Civico
di Verona, * fors’anco nell’Adorazione de’ Magi di casa Ven-
deghini a Ferrara,* nella Discesa di Gesù al limbo (fig. 182),
« parafrasi di un disegno di Jacopo »,° nel Museo Civico di
Padova e nella Crocefissione del Museo Correr di Venezia.
I due libri di disegni, quello anteriore del British Museum,
e l’altro posteriore del Louvre, ci mostrano Jacopo Bellini
intento a rendere i particolari delle composizioni e a dar la
ragione d’ogni cosa (fig. 183-185). Nella prima carta del se-
condo libro, una croce è già piantata diritta, ma egli si cura
I CorRrADO Ricci, op. cit., I, pag. 2r.
21D., op. cit., I, fig. a pag. 24.
3 ID., op. cit., I, pag. 25.
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