di mostrare come con biette se ne sia rafforzato il piede, e
come un operaio, che sale su d’una scala, attenda al com-
pimento dell’apparecchio ferale. Il pittore non si contenta
di rappresentare una scena, ma vuol mettere in evidenza
ciò che vi sta attorno.
E così a carte 11, mentre Cristo esce da Gerusalemme
verso il Calvario, alcuni muratori salgono le scale per ripa-
rare un torracchione con fenditure, un cavallo è caduto nel
primo piano, uno scultore scolpisce la statua, tante volte
Fig. 182 — Padova, Museo Civico. Jacopo Bellini (?): Cristo al limbo.
ripetuta da Jacopo Bellini, d’una figura allegorica con cor-
nucopia. A carte 13, dov’è rappresentata la Disputa nel
tempio, alcuni bambini tendono a un cervo rame fronzute.
A carte 14, è reso con fantastica esuberanza quanto attornia
San Girolamo nel deserto: il Santo medita ai piedi di rocce
elevate presso uno stretto di mare; all’opposta riva sono
disseminate città e s’innalzano montagne; nella riva dove
sta l’anacoreta sono draghi terribili, resti di naufragi e
scheletri; verso destra, sopra un monticello, nido di lepri,
sta: un fusto di colonna rotto; davanti a San Girolamo è
un tabernacoletto con le colonne spezzate; un leone avanza
verso di lui, la leonessa dorme accanto, un serpe striscia,
una testuggine cammina verso i piedi del Santo nudi, e i cui
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