Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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de’ lavori magnifici divisati da Cosimo, e per sapere de’ pit- 
tori cari a questo signore, come di Fra’ Filippo Lippi e 
di Fra’ Giovanni da Fiesole, e delle molte allogazioni di 
pitture date loro, e dell'importanza di esse, e del tempo che 
in una, nella tavola di Santo Spirito, Fra’ Filippo avrebbe 
impiegato. Eppure nulla si sa di Domenico Veneziano prima 
della data di quella lettera scritta da Perugia, dove, in casa 
di Malatesta Baglioni, dipingeva una camera, già rovinata al 
tempo del Vasari. Nel 1439, di settembre, tornato a Firenze, 
lavorava in Santa Maria Nuova, insieme con Piero della Fran- 
cesca, mescolando ai colori olio di seme di lino.’ Le pitture 
sono andate distrutte, così che il silenzio intorno all'artista 
è ancora profondo. Nel 1448, ornò due cassoni da corredo 
nuziale, per cinquanta fiorini d’oro, a Marco Parenti, quando 
questi sposò Caterina di Matteo Strozzi;° nel ’54 fu nomi- 
nato, insieme con l’Angelico e Fra’ Filippo Lippi, come 
uno dei tre periti a cui ricorrere per la stima dell’opera al- 
logata in quell’anno dalla Signoria di Perugia a Benedetto 
Bonfigli, per la cappella del Palazzo Pubblico;* nel ’55 si ri- 
trova dimorante in Firenze, ° dove morì il 15 maggio 1461. 
L’opera principale che si conserva del maestro è la ta- 
vola già nell’altar maggiore di Santa Lucia de’ Bardi, ora 
nella Galleria degli Uffizî (fig. 197). Rappresenta la Ver- 
gine col Bambino in trono, tra il Battista e il Beato Fran- 
cesco, San Niccolò da Bari e Santa Lucia. Qui in tutto si 
© ARIODANTE FABRETTI (Note e Documenti alle vite de’ capitani venturieri dell’ Umbria, 
Montepulciano, 1842) pubblicò per la prima volta le ottave scritte dal Maturanzio, per 
essere messe sotto i ritratti de’ Perugini famosi nelle armi e nelle lettere, che Braccio II 
Baglioni fece dipingere nel suo palazzo. Che le pitture fossero eseguite da Domenico 
Veneziano lo dissero il MILANESI (Le Vite ecc., ed. cit., 11, pag. 674) ed altri, ma 
Braccio II Baglioni aveva 19 anni quando Domenico Veneziano lavorava a Perugia, e 
il Maturanzio, segretario dei Decemyviri nel 1499, non poteva dettare iscrizioni nel 1438. 
2 Giornale storico degli Archivi toscani, 1862, pag. 6. 
3 MILANESI, Commentario sudd., pag. 685. 
4 MARIOTTI, Lettere pittoriche, pag. 132. 
5 MILANESI nel Buonarroti, Roma, 1885, serie III, vol. II, quaderno V, pag. 144. 
6 In., in Commentario sudd., Esame del racconto circa la morte di Domenico Vene- 
ziano, pagg, 683-689. 
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