Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

> AZ20 = 
dipinse quello di mezzo di faccia e gli altri due a lui affron- 
tati, dette gran prova di saper scuotere le tiranniche leggi 
della simmetria. Si vede lo studio di far che nuotino nelle 
nubi gli angioli, le teste scorcino, i movimenti sieno variati 
come quelli delle ali, tutti all’unisono, tutti come versi delle 
laudi sacre per la venuta del Messia." In ogni modo, nono- 
stante lo sforzo singolare, Benozzo sta tra il nuovo e il 
vecchio: nel nuovo, per cui sembra pensare a Filippo Lippi 
e Andrea del Castagno, non è sicuro tanto che alcune fi 
gure d’angioli non pencolino, per mancanza della snodatura 
delle articolazioni; nel vecchio, ricade a fare i nimbi con 
iscrizioni conformi, a ripetere orlature gemmate nello scollo 
delle tuniche, a far affacciare parti di volti tra le teste delle 
coorti angeliche. 
Il bisogno di variare, di scorciare, di movere i suoi 
personaggi lo portò naturalmente a ritrarre dal vero. Nelle 
due figure de’ pastori, situate nel solito paese con rocce 
simili a _roncole, vomeri, lance di pietra, troncate piane nella 
vetta, il bue si volge a sinistra, e l’asino si vede di fronte: 
i due animali ritratti danno quasi verità al paese fantastico 
e strano. Î pastori sono tutti immoti, tutti appoggiati a qual- 
cosa; ma le due bestie, rese con evidenza nel primo piano, 
di fronte allo spettatore, fanno dimenticare con la vivezza 
loro tutto il resto. La cavalcata dei Re Magi e del loro se- 
guito scende dalle rupi strane come al solito (figg. 231-232), 
giunge di lontano, s’inoltra dalle vette per le strade a spira 
della montagna, s’addentra fra le gole, s’affolla, s’ingurgita 
nel piano frastagliato ancora a crepe nel davanti. Il Pesellino 
ha suggerito probabilmente col cassone del 7Z7ion/o di Davide 
la grande varietà di fogge, di acconciature, di bardature; ma 
Benozzo ha sempre gran difficoltà nel muover vivamente le 
1 G. B. BENVENUTI (Gli affreschi di Benozzo Gozzoli nella cappella del Palazzo Ric- 
cardi, Firenze, 1901) avvicinò giustamente alla rappresentazione la laude sacra di Lucrezia 
de’ Medici, quella che incomincia con le parole: Acco il Messia (cfr. GUGLIELMO VOLPI, 
Le Laudi di Lucrezia de’ Medici, Pistoia, 1900).
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.