Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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ui: Sembra che il fiore sbocciato dall’arte del Pesellino, spam- 
no panato ora al fiato di Benozzo, perda il profumo. E mentre 
le le mosse delle figure divengono sgangherate, come se Be- 
ve nozzo per animarle esagerasse e volesse dar loro una ma- 
ite schera tragica, egli richiama ancora le vecchie teste di gio- 
ce vinetto dipingendo quella di Davide, e fa il suolo intorno 
a Golia con ciottoli ovoidali fra ciuffi d’erbe, fra gli strati 
di rocce a lance di pietra. 
Così nelle architetture sviluppatissime del Rinascimento, 
nei fondi delle scene bibliche, non manca tuttavia qualche 
ricordo del gotico. Sempre così Benozzo, ritardatario che si 
affanna ad arrivare avanti, senza decidersi ad abbandonare 
il carico delle vecchie robe che gli allenta il passo. 
Mentre dipingeva al Camposanto, negli ultimi anni lavorò 
a Castel Fiorentino, nel tabernacolo già nel Conservatorio di 
Santa Chiara, ripetendo le figure grandiose degli ultimi af- 
freschi del Camposanto stesso. Nell’Annuncio di Gioacchino 
richiamò, per il tipo di questi, assai rozzamente il San MMatteo, 
ricavato dall’Angelico, delle volte di Montefalco e della cap- 
pellina della Madonna della Tosse; ' e nel Redentore in gloria 
tra Santi Evangelisti e Dottori, V Evangelista Giovanni, 
benchè con gli occhi spalancati, mantiene in generale le 
fattezze ch’ebbe nella volta della cappella Nicolina; e i se- 
rafini intorno al clipeo del Redentore appaiono, come già 
oli angioli di Montefalco, con due ali a corna dietro il capo. 
Così l’artista terminò filando i suoi manipoli di canape: 
li dalla visione dell’arte, che s’indìa in Beato Angelico, passò a 
la quella della magnificenza medicea, e, se non ebbe ali per 
a seguire la prima, trovò la tavolozza per rappresentar la se- 
I conda. Assai si affaticò, « ancorachè », dice il Vasari, « e’ non 
Ù fosse molto eccellente a comparazione di molti che lo avan- 
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il _ 
- 1 Gli affreschi della Madonna della Tosse presso Castelfiorentino sono attribuitì 
al 1484, ma per esservi ripetute più forme già usate a Montefalco, convien crederli ese- 
guiti prima che il pittore si recasse a San Gimignano.
	        
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