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dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova, dove Domenico Ve-
neziano con Piero della Francesca, e Andrea del Castagno
poi, avevano lasciato opere memorande, Alessio fu chiamato,
anche prima che venisse meno Domenico Veneziano, il
17 aprile 1461 a « conpiere et finire di dipignere una storia
di nostra donna, cominciata per maestro Domenicho da Vi-
negia nella chappella maggiore di san Gilio dallato di verso
el chiostro ». Non sembra che Alessio avesse grandi pre-
tese per il suo lavoro, poi che al priore dello Spedale de-
gl’Innocenti richiese l’acquisto de’ colori, gli alimenti dallo
spedale, e poi qualche compenso di quando in quando a
piacere del. priore stesso; dai frati della SS. Annunziata
ebbe fiorini venti dati in elemosina da Arrigo Arrigucci, le
: spese del vivere e forse, all’occorrenza, un garzoncello; allo
spedalingo di Santa Maria Nuova richiese solo le spese di
bocca per sè e per altri che stessero con lui a dipingere,
chè « la faticha sua detto Alesso rimette a detto spedale
per l’amore di Dio ».
Mentre attendeva a quei lavori, se ne assunse varii altri;
un musaico a Pisa (3 marzo 1462); fece cartoni, come
abbiam detto, per le tarsie di Giuliano da Maiano (1463);
un modello per la figura di Dante che Domenico di Miche-
lino doveva eseguire in Santa Maria del Fiore (1465); un
cartone dipinto per un vetro d’una finestra in Santa Tri-
nita (1466). Dipinse inoltre la cappella del Cardinale di Porto-
gallo a San Miniato al Monte (24 ottobre 1466-maggio 1468),
e una tavola per la cappella «del miracholo » in Sant’Am-
brogio, edificata da messer Domenico Maringhi (14 feb-
braio 1468-27 agosto 1473). Non aveva ancora compiuta
questa tavola che diè mano a un’altra della Z7inità per la
cappella maggiore dei Gianfigliazzi, nella chiesa di Santa
Trinita (11 aprile 1470-1472), e agli affreschi della cappella
stessa (1° luglio 1471), opera questa che compì molto tardi,
avendo riportato il lodo di Cosimo Rosselli, di Benozzo di
Lese, di Pietro Perugino, di Filippino Lippi nel 1497, il