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luminosità, quella delicatezza di modellatura, quel candore
delle carni, sono messi in rilievo dalla intensa colorazione
delle ricche vesti della Vergine, la quale somiglia ancora
all’Anununciata degli Uffizi, ma è di nobiltà superiore. Piero
della Francesca richiamerà quel tipo di Madonna, da lui
pure ereditato da Domenico Veneziano, ma lo renderà men
vivo, con gli occhi meno intensi sotto le elevatissime so-
pracciglia, e non con le labbra che stieno per schiudersi ad
un sorriso. Così il paese e la prospettiva aerea nell’uno e
nell’altro pittore derivano da Domenico; e le simiglianze
indicano la fonte comune di quell’arte nuova di rispecchiare
nel fondo de’ quadri intere vallate, di renderne l’ampiezza,
la distanza, il degradare verso l’orizzonte lontano. Piero ap-
plicò i principî di Domenico studiando la vallata tiberina,
Alessio ritraendo quella dell’Arno.
La valle spazia assai vasta nella Natività dell’atrio della
chiesa all’Annunziata, in Firenze (fig. 309), e maggiormente
s’allontana per il grande albero che stende sul davanti i
rami fronzuti nel campo dell’affresco, come usò pure di
fare, secondo i dettami di Domenico Veneziano, Pier della
Francesca. Nella incorniciatura dell’affresco medesimo, pur-
troppo oggi quasi distrutto, vi sono gli avanzi di teste mi-
rabili, eseguite con potente chiaroscuro (fig. 310), con rigore
di segno, così come si vede a Bergamo, nella Galleria Morelli,
in un tondo, un cosidetto autoritratto del Baldovinetti, e nella
Galleria degli Uffizî a Firenze, sotto il nome di Zanobi Strozzi
(numero 43), il guasto ritratto di Gio. Bicci de’ Medici con
le stesse tinte brunastre plumbee delle carni!
Le stesse tinte sono nel Crocefisso e Sant’ Antonino,
affresco quasi disfatto, nel convento di San Marco; meno
brune nella pittura della cappella de’ Portoghesi a San Miniato
al Monte, dove lo stile del Baldovinetti raggiunse in modo
singolare l’adattamento alle forme architettoniche, mettendo
all’unisono la pittura con le decorazioni della cappella, richia-
mando perfino nell’An7nunciazione (fig. 311-312) le formelle di