er l’indirizzo del fedele di Casa Medici in cambio di quello
ra- proprio di Lorenzo di Pierfrancesco, cui scriveva dell’arriv
un a Roma e della sorte del famoso Cupido venduto per an-
jal tico. Fin che durò la famigliarità con Lorenzo di Pierfran-
Si. cesco, munifico patrono,. il Botticelli non si fece osservante
li, delle dottrine del Savonarola. Partito nel 1497 il suo pro-
on tettore, dopo aver eseguito ancora una pittura per la deco-
101 razione delle Ville di Castello, il maestro divenne Piagnone,
je seguace del Savonarola. Nel 1503 riappare con altri a divi-
za sare il posto per collocare il David di Michelangelo. Il
91 17 maggio 1510 morì.
di Alla scuola di Filippo Lippi, dove -fu probabilmente sin
rò dal 1458, egli s’educò, come provano le prime opere, tra
0 le quali non possiamo escludere, come vorrebbe la critica
0; moderna, la Madonna del Museo Nazionale di Napoli (fig. 333),
pie l’altra dell’Ospedale degl’Innocenti a Firenze, la terza presso
A il barone Schlichting a Parigi, la quarta nella Galleria Cor-
rli sini a Firenze (n. 176). In tutte quattro si vede un artista
di che traduce modificando, ingentilendo le forme delle Ma-
e donne eseguite da Filippo Lippi ne’ suoi ultimi tempi. La
a: Vergine di questo maestro, nella Galleria degli Uffizî, alla
«fe quale gli angioli recano come in trionfo il divin Bambino,
a è imitata nel quadro di Napoli; ma gli angioli, meglio rag-
A gruppati, non portano il Fanciullo come per giuoco: anzi
ia, guardano Maria pensosa, alla quale il piccolo Gesù, dalle
7 loro braccia, tende le manine. Si fa così un gran progresso
i nell’intimità del sentimento, e Maria, non più semplice ado-
i ratrice, ripiega il pensiero dentro di sè. L’altro quadro, del
ri barone Schlichting, si conforma a quello di Filippo Lippi a
Monaco: ® la composizione è la stessa nei due lavori; la
il 1 La lettera fu edita prima dal GUALANDI, in Memorie originali di Belle Arti, Bo-
A logna, 1840, serie III, pag. 112, e poi dal MILANESI, Le lettere di Michelangelo, Firenze,
1875, pag. 375.
2 Tutte queste notizie ed altre relative al pittore si trovano raccolte, commentate
con ogni maggior diligenza da HERBERT P. HORNE (op. cit.).
3 A. VENTURI, in L’A7te, 1902, pag. 57 e seg.
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