Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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e seguiti sua. Eran forse del maestro le parole riferite sulla porta 
intelletto trionfale, come quelle che il Cennini dice sulla pittura, la 
1ano e lo quale « merita metterla a sedere in secondo grado alla scienza 
i, mal sa. e coronarla di poesia ». 
ini mette Tra i tardi giotteschi, pari o simili a Cennino Cennini, 
continuo alcuni seguitarono come bachi a filare il bozzolo; altri si 
estro ec- volsero timidi al nuovo, senza saper distinguerlo o impa- 
gli altri rare a conoscerlo; altri ne intuirono alcuna parte, ed ebbero 
vero, 10 qualche moto dell’individualità aggiogata, qualche guizzo 
tri o per mal trattenuto di vivacità istintiva. Le nuove forme pitto- 
naturale » riche del Settentrione insinuatesi in Italia col gotico fiorito, 
lo canoni a Milano nella selva statuaria della Cattedrale, a Venezia 
irsene per nei coronamenti fiammeggianti del San Marco, a Bologna 
1fal porta nel solenne San Petronio, mutarono lievemente, all’inizio 
icando il del nuovo secolo, la tradizione pittorica toscana, che aveva 
conviene radici tanto forti, estese, profonde. ‘Potrebbe dirsi che il 
vo che ’l vento spirato dal Settentrione, apportatore di recrudescenza 
incarna- del gotico in Italia, appena increspò l’aria di Toscana. Il 
esta: « ha che si scorge in Don Lorenzo monaco camaldolese, princi- 
dal lato pale rappresentante della pittura trecentesca nel ‘400. 
ipinti, in- Pier di Giovanni, recatosi da Siena a Firenze, fece gio- 
ne. e che vanissimo la sua professione nel monastero di Santa Maria 
scogliose degli Angioli di quella città, prese il nome di Don Lorenzo 
effetti di e « l’abito della chocolla ». Ordinato suddiacono nel 1392 
nontagne, e diacono soltanto nel 1395, si trova anche pronto a dipin- 
e quando gere nel ’99 una tavola per la cappella Ardinghelli in 
ri >». Con Santa Maria del Carmine, intento tra il 1404-1406 a lavorarne 
-ocento in una de’ Santi Cosma e Damiano per Santa Maria Nuova, e 
lle parole tra il 1406-1410 a farne un’altra per la chiesa di San Bar- 
i dell’arte tolomeo a Monte Oliveto (fig. 1 e 2). Nel 1412-13 miniò an- 
tifonarî di questa chiesa, e condusse a termine la grandiosa 
ancona d’altare con l’Incoronazione della Vergine, la quale, 
1 Su questa frase ed altre poche che nel libro di Cennino Cennini sorprendono, e 
contrastano con le sue povere teoriche di praticone, cfr. P. TOESCA: Precetti d’ Arte ita- 
Ziani, Saggio sulle variazioni dell’Estetica nella Pittura dal xIV al xvI sec., Livorno, 1900.
	        
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