ledono O Ps
tamento di veste e di spirito che si andava facendo nella
pittura toscana."
il Camaldolese dipinse ad affresco, tra le prime sue opere,
nel chiostro delle Oblate, Cristo nel sarcofago, ossia la V7-
sione di San Gregorio, o la Messa di San Gregorio, dandoci,
per numerosi segni di martirio e frammenti delle composi-
zioni della Passione, il racconto della fine dell’Uomo-Dio.
Intorno a Cristo, sollevato più che a mezza figura sul se-
polcro, vedonsi Maria, Giovanni, le pie donne ginocchioni;
sulla faccia anteriore del sarcofago, stendesi il sudario di
Veronica; dietro, sul fondo nero, spuntano Pietro in atto
di rinnegare il Maestro, Giuda che bacia sulla guancia il
Redentore, Pilato che lo mostra alle turbe, i manigoldi che
beffeggiano il Re da burla; e qua il gallo canta sulla co-
lonna, lì s’innalza la spugna intrisa di fiele; qui è una te-
naglia, lì sono i flagelli, ecc. Tutte le immagini, susseguentisi
come in una lanterna magica, si sono conficcate là sopra a
pezzi, e formano un inventario, come di tante tabellette vo-
tive, non un quadro. Così il monaco rese la tarda leggenda
spuntata a Roma, * la quale trovò nel ’400 ripetizioni in ogni
luogo, ed anche un lavoro continuo di riduzione dai tanti
che si provarono a rendere la macabra visione come scena
di pietà, pur mantenendo quell’unione fantastica della croce
e del sarcofago. Elaborando, rielaborando, costoro infine pre-
sentarono l’immagine quasi non inverosimile di Cristo appog-
giato al legno della croce, ritto sulla tomba, come astratta
figura del Dio martire esposta ai fedeli coi segni del sup-
plizio e della morte, esprimente dolore e pietà infinita:
espressione di vita interna, indistruttibile, divina traverso la
forma cadente, esanime.
1 Le notizie suddette sono ricavate dai documenti ripubblicati da OSvALD SIRÉN, i
op. cit., da pag. 179 a pag. 1g5. La data della morte di Don Lorenzo Monaco è incerta. di
Il Vasari disse ch’ei venne meno a 55 anni, e quindi il Milanesi suppose che la morte in
accadesse nel 1425. Noi sappiamo soltanto con certezza che nell’agosto del 1422 era an-
cora in vita. A i
2 Cfr. EMILE MALE, L’art religieux de la Jin du moyen-ège en France. Paris,
Armand Colin, 1908.