Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

mato, lumeggiate d’oro (fig. 389), le quali richiamano l’AZL 
legoria della Musica eseguita a quel tempo da Filippino, 
conservata ora nel Museo di Berlino (fig. 390). Ma mentre 
giungevano a compimento quelle decorazioni, l’artista deca- 
deva rapidamente, disfaceva le forme, ne tormentava i con- 
torni per affilarle, si faceva denso e grosso, sempre più ba- 
rocco: così nella Madonna con Santi, del Palazzo Municipale 
di Prato (1501), nello Sposalizio di Santa Caterina, in San 
Domenico a Bologna (1501), nell’ancona di Palazzo Bianco a 
Genova (1503). La gentile virtù antica non assiste più il pittore, 
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presto stancatosi nel seguire il nuovo, che lo aveva abba- 
gliato e, potrebbe dirsi, disorientato. A tutta prima, seguendo 
l’ascensione delle forme pittoriche, serbò la misura che poi 
perdette, come travolto per il moto sempre più rapido del 
tempo, e rese confusamente, come in un sogno fantastico, 
il mondo antico che s’alleava al moderno. * 
I Oltre le opere indicate, sono attribuite a Filippino le seguenti: Berlino, Friedrich- 
Museum: La Crocifissione (n. 96), opera tarda del maestro; Id., id. (n. 1o1): Madonna 
col Bambino (troppo tondo e gonfio per il maestro); Id., id. (n. 96 A); frammento in af- 
fresco d’una testa (con pupille di grandezza differente, le ciglia come spine, le soprac- 
ciglia di grosso pelo, le labbra morelle, tumide: trattasi di una mala imitazione); Id., 
id. (n. 82) ; Madonna (con il corpo a largo cono, la testa tonda, e con il Bambino squi- 
librato; appartiene a un seguace); Budapest, Galleria (n. 52): Madonna col B. (di un se- 
guace riduttore e deformatore de’ tipi di Filippino); Copenhagen, Thordwalsen Museum: 
Incontro d’ Anna con Gioacchino (opera tarda del maestro); Firenze, Galleria dell’Acca- 
demia (n. 91): San Girolamo (indicato dal SUPINO come opera eseguita nel 1480 per la 
famiglia Ferrantini, della quale egli ha segnalato lo stemma ripetuto in alto del quadro; 
ma essa è di tempo posteriore a quella data); Id., id. (n. 98): la Deposizione (si nota 
comunemente che fu finita dal Perugino, ma questi dovette rifare anche le altre parti 
disegnate da Filippino, e cioè le figure sulle scale); 1d., Galleria Pitti (n. 336): Soggetto 
allegorico (pare l’opera di un miniatore); I1d., id.: Tondo con la Madonna adorante il B. 
e con angioli (di un seguace di Filippo); Id., Galleria degli Uffizii (n. 286): Ritratto di 
Filippino (affresco); 1d. id. (n. 1167): Testa di vecchio in affresco (sembra anteriore a 
lui); Id., id. (n. 1549): Madonna adorante il B. (di un seguace del Botticelli); Id., San- 
t’Ambrogio: Predella alla nicchia del San Sebastiano, con l’Annunciazione in un tondo 
di Filippino, e sopra alla nicchia, angioli dello stesso; Id., San Martino dei Buonomini: 
Le opere di Misericordia (affreschi di un primitivo seguace di Filippino); Kiel, Coll. Mar- 
tius: Madonna (indicata dal BERENSON); Londra, National Gallery (n. 1412): Madonna 
col B. e San Giovanni (di un primitivo seguace di Filippino); Id., id. (n. 592 e 1033): 
Due quadri dell’Adorazione de’ Magi (ascritti giustamerite dall’HORNE al Botticelli); 
1d., id. (n. 1124): Altra Adorazione de’ Magi (della scuola del Botticelli); Id., id. (n. 927): 
Frammento d’un angiolo adorante: Id., id (n. 598) :S. Francesco in gloria (dell’anno 1492. 
I caratteri verrocchieschi degli angioli escludono l’attribuzione); Id., Coll. Benson: C77sto 
morto ; 1d., Coll. Samuelson: Mose che batte la rupe e l’Adorazione del vitello d’oro (in-
	        
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