Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

rando che era una compassione. Allora il povero pittore ragionava 
‘rdare di quanto stento patisca chi consumando gli spiriti a poco 
oteva a poco si muore ». 
ii CU. Abbiamo già detto come la prima opera di Piero di Co- 
simo si confonda in gran parte con quella del suo maestro, 
nella Cappella Sistina, e che appena si può scorgere in al- 
cune teste della scena della Predica sul monte e della Gua- 
rigione del lebbroso.* Tornato a Firenze, eseguì per la de- 
corazione di qualche stanza signorile la Morte di Procri, 
ora nella National Gallery di Londra, e Venere e Marte, nel 
Friedrich-Museum di Berlino. Per la distribuzione di questo 
quadro s’ispirò a quello d’egual soggetto, del Botticelli, ma se 
ne allontanò per la semplicità naturalistica. Gli Amorini che 
sormontano la celata, i bracciali e le altre armi di Marte, 
son relegati nel fondo in riva al mare, o davanti un boschetto 
di mirto, o sopra uno scoglio. Marte dorme stanco, e Ve- 
nere, stesa di fronte sul prato fiorito, lo guarda lasciva, mentre 
un putto si stringe alle sue membra ignude, impaurito del 
coniglio, simbolo della fecondità, che pure vi si stringe ap- 
presso. Le colombe uniscono il becco, una farfalla si posa 
sulle gambe di Venere: la primavera, la fecondità della terra 
è desta dalla dea genitrice della natura universa. Non è svolto 
qui il concetto classico degli amori di Venere e Marte, come 
si provò di fare il Botticelli, ma piuttosto quello medioevale, 
espresso nelle rappresentazioni della Primavera o del Maggio. 
Marte nemmen qui è il terribile Nume, ma un bel giovane 
caduto spossato dagli abbracci più che dalle fatiche guer- 
resche; e Venere non ha nulla di divino nell’aspetto e nelle 
forme opulente di ciana. A questo quadro può essere posto a 
no. Il riscontro la Morte di Procri della National Gallery di Londra 
iralisi, (fig. 405): la ninfa è distesa tra campanule e margherite, morta 
« non sopra una spiaggia marina, con la testa dalla chioma bionda 
a sga- chiusa in una cuffia violetta a ricami d’oro; un Fauno, nel 
ttava, - 
nnelli 1 Cfr. pagina 687 precedente.
	        
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