Full text: La pittura del Quattrocento (7, Parte 1)

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si stende sui gradini dell’altare, e sul tappeto un vaso d’onice 
innalza verso la Divina fiori del campo e rose e gigli. La 
tavola dimostra si che il Ghirlandaio è uscito dalla stessa 
corrente artistica dalla quale uscirono il Botticelli e Filippino 
Lippi; ma pare che il giovane pittore avesse l’animo aperto 
al nuovo, e raccogliesse fiori da altri giardini non piantati 
da Fra’ Filippo, e specialmente da quelli di Andrea Ver- 
rocchio. 
Il fondo formato da una cinta, dietro cui si elevano le 
piante di quel gran giardino che è la Toscana, si rivede 
ancora nel Cenacolo d’Ognissanti, e per l’aria, pel cielo vo- 
lano, o dovrebbero volare secondo l’intenzione dell’artista, 
quaglie, pernici, rondini, anitre selvatiche. La scena è molto 
migliorata al paragone di quella eseguita nella badia di Pas 
signano pochi anni prima, certo perchè là Domenico ne 
lasciò la cura al fratello David e al Mainardi. Qui Dome- 
nico diffuse la bionda luce che avvolge la nobilissima testa 
di Cristo e gli Apostoli, ed anima ogni figura, ma non senti 
la solennità del momento in cui Giovanni s’accosta commosso 
al petto del Redentore, avendo dipinto Pietro col coltello 
brandito, minaccioso verso Giuda che, puntate le mani sui 
ginocchi, sembra sfidarne gli sguardi. Il traditore è tanto 
l’oggetto della curiosità generale che si attenuano la com- 
mozione, la protesta di fede di altri Apostoli turbati dalle 
parole del divino Maestro. È trasportata la scena sacra nella 
vita comune, intorno a quella mensa imbandita come nella 
realtà; e l’attenzione è deviata dal suo centro, per scomporsi 
in singoli episodî. Così nel San Girolamo, ad Ognissanti 
(fig. 420), la farraggine di cose nello studio, riduce la medi- 
tazione del Santo a quella d’un dottore che stia ponzando 
una ricetta. 
Tornato a Roma, nel 1481, il Ghirlandaio si assunse di 
dipingere nella Cappella Sistina due storie, la Resurrezione, 
distrutta nel disfacimento d’una parete, ela Vocazione di Pietro 
e Andrea (fig. 421). In questo grandioso affresco, Gesù chiama
	        
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