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lommeo di Giovanni, del quale pure sono le parti della pre-
della, ora nel Museo dello stesso ospedale, di tinta livida,
flaccida nella carni malaticce.' Il bel colorito biondeggiante
del Ghirlandaio diviene umidiccio nel volto dei personaggi
del tondo alla Galleria degli Uffizî (1487); e l’effetto tran-
quillo si fa chiassoso a causa dei collaboratori, e sempre più
nel tondo della Galleria Pitti, che può considerarsi una ridu-
zione di quello. Par che la scuola si serva dei cartoni del
maestro, e li riduca e adatti secondo il bisogno. Così nel
Cenacolo di San Marco è ripetuto con varianti quello di
Ognissanti, riveduto e corretto da Domenico stesso, che
dette più omogeneità d’espressione agli Apostoli, maggiore
unità alla scena: Giuda, invece di sfidare gli sguardi di Pietro
come se stesse per azzuffarsi con lui, fa il sorpreso secondo
la sua vile natura; e Pietro lo guarda più sprezzante che
minaccioso.
La cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, allogata
a Domenico e a David Ghirlandaio il 1° settembre 1485,
doveva esser condotta a fine in quattro anni, con i quattro
Evangelisti sulla volta, sette storie della Vergine nella pa-
rete a sinistra, sette altre del Battista a destra, figure di
Santi nel fondo del coro, ai lati della finestra, l’/ncoronazione
della Vergine. Si obbligarono i due fratelli di dipingere
« figuras, hedifitia, castra, civitates, montes, colles, planities,
aquas, lapides, vestes, animalia, aves, bestias, quascumque
et omnes cuiuscumque generis », tutta l’enciclopedia pittorica.
Alcune varianti nell’insieme e nella distribuzione della scena
vennero apportate durante il lavoro; e oltre Domenico e
David lavorarono, nell’opera grandiosa, uno stuolo di seguaci,
non il fratello Benedetto che, a quanto pare, tornò di Francia,
ove lasciò opere parecchie, a Firenze solo nel 1494.
1 Il BERENSON (The Florentine Painters cit., pag. 98) indica come di Alunno di Do-
menico sette parti della predella, nella Galleria dell’Ospedale degl’Innocenti, dal n. 63
al n. 70. Sono veramente sette le parti che appartengono a quel pittore, e cioè i pezzi
di predella nn. 63-66, e gli altri nn. 68-70. Il n. 67 non fa parte della serie.