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Jacopo del Tedesco, seguace di Domenico, citato dal
Vasari, è noto soltanto per essere inscritto tra coloro pa-
ganti tassa alla Compagnia di San Luca sotto l’anno 1503,
in questo modo: « Iacopo d’Alessandro del Tedesco ». * Se.
condo il biografo aretino, cooperò col Granacci e con Be-
nedetto Ghirlandaio nelle parti della grande pala d’altare
de’ Tornabuoni per Santa Maria Novella.
. Baldino Baldinelli, altro seguace ricordato dal Vasari,
nacque nel 1476 da Antonio d’Ubaldino del Rosso, corazzaio,
detto anche de’ Baldinelli, ed era ancora vivente nel 1515.°
Nicolaio, ripetutamente ricordato dal Vasari come sco-
laro di Domenico, chiamato una volta Niccolò Cieco, è in-
certo chi sia: il Bottari lo credette Niccolò Zoccoli, o Car-
toni, scolaro di Filippino; e il Milanesi dubitò che fosse
Niccolò Scaccialupi, nato nel 1476. Anche egli, secondo il
Vasari, fu uno de’ continuatori della gran pala d’altare per
la cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, e vi fece
nella predella la Disputa di Santo Stefano.
Un altro discepolo, insieme con i tanti nominati della
generazione intorno al 1475 entrati nella bottega del Ghir-
landaio negli ultimi due anni del lavoro a Santa Maria No-
vella, fu Michelangelo Buonarroti. Ludovico, padre del gio-
vanetto predestinato alla gloria, scriveva: « 1488. Ricordo
questo dì primo d’aprile, come io Lodovico di Lionardo Buo-
narota acconcio Michelagnolo mio figliuolo con Domenico e
Davit di Tommaso di Currado per anni tre prossimi a venire;
con questi patti e modi: che ’1l detto Michelagnolo debba stare
con i sopradetti detto tempo a imparare a dipignere, ed a fare
detto essercizio, e ciò i sopradetti gli comanderanno; e detti
Domenico e Davit gli debbon dare in questi tre anni fiorini
ventiquattro di sugello: el primo anno fiorini sei; el secondo
anno, fiorini otto; il terzo, fiorini dieci: in tutto, la somma di
I MILANESI, nota al vol. III de Le Vite sudd., a pag. 277.
2 Ip., nota medesima, come sopra.