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lire novantasei ».° Ma probabilmente Michelangelo non istette
con i Ghirlandai il tempo fissato, attratto alla scultura e allo
studio di Bertoldo, nel giardino di Lorenzo de’ Medici sulla
piazza di San Marcò.* Certo è che dai Ghirlandai ebbe solo
i primi rudimenti dell’arte il grande che oltrepassò subito le
limitazioni quattrocentesche, riassumendo in sè tutte le ten-
denze alla monumentalità della pittura toscana, coronando le
aspirazioni secolari, creando l’arte nuova.
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Andrea di Michele di Francesco di Cioni, detto poi del
Verrocchio ed anche il Verrocchio, ®? per essere stato nella
prima giovinezza da Giuliano Verrocchi orefice, nacque
nel 1435, e fu discepolo di Alessio Baldovinetti nella pit-
T VASARI, Le Vite, ecc., ed. cit. VII, pags. 138-139.
? La supposizione che Michelangelo non istesse il triennio presso i Ghirlandai, è
avvalorata dal Condivi, il quale racconta che Ludovico, padre del Buonarroti, si la-
gnasse in principio col Granacci, che gli sviasse il figliuolo e lo inducesse a fare lo scal-
pellino; ed anche dal fatto che Bertoldo morì nel 1491, tre anni e otto mesi dopo che
Michelangelo fu messo a imparar l’arte; e dalla notizia dataci dal Vasari stesso (volume
sudd., pag. 142) che Lorenzo il Magnifico chiese a Domenico Ghirlandaio d’inviare al
proprio giardino, ossia alla scuola di Bertoldo, giovani inclinati alla scultura, e che Do-
menico indicò per ottimi, tra gli altri, Michelangelo e Francesco Granacci. Questa no-
tizia è confermata dal Condivi, il quale dice che il padre di Michelangelo, dopo le
Jlamentanze di cui sopra, alla domanda del Magnifico non seppe opporsi, anzi con un
ossequioso complimento gli offerse tutta la famiglia, la roba e la vita. Aggiungasi che
il Vasari narra come Michelangelo stesse nella casa di Lorenzo il Magnifico quattro
anni, sino alla morte del suo protettore, avvenuta al principio del mese di aprile 1492.
Ora quattro anni son troppi, perchè Michelangelo non sarebbe stato guari coi Ghir-
landai, ma anche ridotta d’aiquanto quell’indicazione di tempo, parrà evidente che Mi-
chelangelo alla bottega de’ Ghirlandai stette ben poco.
3 Bibliografia recente su Andrea del Verrocchio considerato particolarmente come
pittore :
W. BoOnE,, Bildwerke des A. del V. in Jahrb. d. R. preuss. Kstsamml., 1882; Ip., V.
und des Altarbild der Sakramentskapelle in Dom zu Pistoia, in Rep. f. Kstw., 1899;
DURRIEU, Un tableau de l’atelier de DV. au Musée du Louvre, in L’Art, 1882, pag. 426;
ALF. CHITI, 4. del V. in Pistoia, in Bull. st. pistoiese, 1, 1899; CRUTTWELL, V., Lon-
don, 1904; IpD., Z7ye documenti sul V., in L’aArte, 1904; ID, Un disegno del V. per la
« Fede» nella Mercatanzia in Firenze, in Rassegna d’ Arte, V, Firenze; C. v. FABRICZY,
A. d. V. ai servigi dei Medici, in Arch. st. dell’ Arte, 1895; In, V. und des Altarbild
der Sakramentskapelle in Dom su Pistoia, in Rep. f. Kstw., 1899, pag. 338; Ip., Rec. del
libro del MAckcOowsKY, in Arch. stor. ital., XXIX, V serie, 1992; FumMI, Ricordi d’un
Oratorio del secolo XV nel Duomo d’Orvieto, in Arch. st. dell’ Arte, IV. pag. 47; GRONAU,
Das sogennante Skizzenbuch des V., in Jahrb. d. è, preuss. Kstsammil, 1896; MACKOWSKY,
Neues itber V., in Sitzungbherichi der Berliner Kunstgeschichtl. Gesellschaft, I, 1900;
Ip., Verrocchio, in Kiinstler-Monographien, 1901; J. MESNIL, Les Pollainoli et V., in Ri