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per il loro sporgere dalla massa della testa, come a spigoli,
così che le figure viste di profilo paiono in caricatura, non
si vedrà in questo trittico, dove il gruppo divino appare
librato nello spazio, l’opera d’un seguace di Bartolo di
Fredi, bensi di uno de’ tanti discepoli del Camaldolese. *
Bartolo, confuso con Lippo Memmi nella Madonna lattante,
eseguita ne’ suoi primi tempi, ora nel Friedrich-Museum di
Berlino (fig. 17), andò sempre più intristendo. *
Peggio, Paolo di Giovanni Fei, che s’ispira come Bar-
tolo di Fredi ai Lorenzetti, si fa materiale, grottesco ne’ di-
pinti ceffi dalle lunghe canne di naso; e non ha importanza
di sorta, non si nota fuorchè per qualche varietà nel costume,
qualche drappo a righe nere sul capo delle donne. È nep-
pure quel poco può dirsi proprio dell’artista, perchè egli non
fece che riprodurre i drappi e le tovaglie a: righe che sono
nel dipinto prototipo di Pietro’ Lorenzetti (n. 63), nel Museo
dell’Opera del Duomo senese. Venne meno nell’anno 1410
(quando scomparve pure Bartolo di Fredi), o poco dopo. Egli
eseguì probabilmente le istorie della Croce, che, nel Museo
dell’Opera del Duomo di Siena, si attribuiscono a Pietro Lo-
renzetti. In fondo, può stare a paro con l’altro senese, più
vecchio di lui, seguace pure de’ Lorenzetti, Luca di Tommè,
che perde ogni consistenza in quelle sue vesciche gonfiate
a guisa di figure umane.
Anche Andrea Vanni? porta al nuovo secolo disfatta o
quasi l’arte di Simone Martini e dei Lorenzetti, come si
può vedere nell’Annaunciazione di San Pietro Ovile, nell’an-
giolo specialmente, che è una ripetizione inanimata del no-
bilissimo araldo di Dio dipinto da Simone (fig. 18). Così
Taddeo di Bartolo, nell’Annunciazione della Galleria senese,
eseguita l’anno 1409, ricorda pure il Barna, continuatore
1 OSVALD SIRÉN (Don Lorenzo monaco, op. cit.) attribuisce questo trittico a Don Lo-
renzo medesimo.
2. A. VENTURI, Storia, Vi, pag. 744-746.
3 F. MASON PERKINS, Andrea Vanni (The Burlington Magazine, VI, 2, 1903).