di Siena le storie della fine della Vergine, nell’anticappella
dello stesso palazzo pubblico l’estratto d’una cronaca figurata,
dove sono Giuda Macabeo e Aristotile, Scipione Africano
e Marco Tullio Cicerone, Furio Camillo e Curio Dentato,
Scipione Nasica e Catone, Giulio Cesare e Pompeo Magno. *
Assistenti ai grandi uomini dipinti a ricordo e ad esempio
dei reggitori del Comune, stanno Apollo, Pallade, Giove e
Marte, mentre bandiscono sentenze, ad us de’ governatori;
la Religione, la Fortezza e la Prudenza, la Magnanimità e la
Giustizia. Infine Roma, riassuntrice de’ tanti ricordi di gloria,
de’ tanti esempî magnanimi, appare lì tra gli Dei e gli Eroi.
Questi affreschi Taddeo dipinse tra il 1407 e 1414; altri
quadri fece per Volterra e per chiese d’altri luoghi sino al ’22,
anno in cui morì lasciando erede Gregorio di Cecco di Luca,
suo figlio adottivo. Di costui abbiamo una tavola nel Museo
dell’Opera del Duomo senese, la quale ci mostra come s’in
gegnasse a seguire Taddeo e a conservare le forme arcai-
stiche. Fu debolissimo imitatore del maestro, come Martino
di Bartolomeo ne’ polittici di Pisa, già ricordati, e in uno
della Galleria di Siena con in mezzo la Vergine incoronata
col Bambino, i Santi Giorgio e Lorenzo, un vescovo e un
apostolo ai lati.
Non finisce l’arte gotica coi maestri del Trecento inol-
trati nel nuovo secolo; anche i giovani furono conservatori,
e in tempi tardi, quando altrove l’arte ascendeva le alte
vette, i pittori senesi, contenti di rendere gli effetti dei vetri
dorati, delle filigrane, degli smalti traslucidi, continuavano
a graffire le foglie d’oro, e a ripeter composizioni del Tre-
cento. Sano di Pietro, un secolo dopo, ridurrà in una forma
sempre più goffa, la scena dello Sposalzzio, d’Ambrogio Lo-
! A proposito de’ primitivi Senesi del ’300 e del principio del ’400 a Perugia, cfr. IRENE
VAVASOUR EARLE, La pittura senese nella galleria di Perugia (Rassegna d’arte senese,
V, 3, 1909). Nello stesso numero del periodico MORTHON H. BERNATH discorre di due
disegni di Taddeo di Bartolo nella Bibl. Comunale di Assisi, ma essi sono erroneamente
attribuiti a questo maestro.