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Leonardo riflette le incertezze di un pericdo di transizione, dalla
tornita forma alabastrina della primitiva Dama Liechtenstein
all’Adorazione de’ Magi, alla padronanza dello sfumato: nel di-
segno, il genio del Fiorentino si rivela in tutta la sua pienezza,
aiutato dalle possibilità pittoriche del tratto a matita. Non la
punta d’argento usata per la testa d’angelo, non la fine matita,
di cui Leonardo si serve spesso nei suoi vaporosi studi, son
mezzi di lavoro al disegnatore, ma il carboncino, scorrevole e
morbido, strumento fra tutti indicato per interpretare la tenera
pasta delle carni infantili. Il segno è rapido, lieve, disfatto; ep-
pure cadendo, come a volo, sulla carta preparata di bigio, de-
termina con sicurezza inarrivabile la forma, la sua profondità,
il suo movimento. La testa del bimbo, grave, assorta, chini gli
occhi verso un oggetto che le mani stringono con mossa repen-
tina, preme il mento grasso sulla morbida rotondità del busto;
pochi segni ondati, come fili d’erba mossi dal soffio dell’aria,
sfiorano la testina rasa; il collo è una piega di morbide carni
infantili. Più che le tinte nella pittura, il segno a carboncino,
sfilato e tenero, con la varietà dello spessore, con qualche ripe-
tizione e correzione di contorno, con la sua apparenza indefinita
e vaga, in pochi tratti dice la tenerezza, il tepore delle carni
infantili, la grazia dei lineamenti molli e imprecisi, dei movi-
menti rapidi e maldestri, le sfumature della luce sulle umide
labbra. Il tratto s’addensa ad accentuare gli angoli della bocca,
i solchi della gola di bimbo grasso, il contorno soave della spalla;
si disfà, s’annebbia, scolora sull’occhio, sulla fronte, sulla massa
lieve del braccio, sull’orecchio abbozzato con sommarietà stu-
penda; vario di spessore e di tono, molle e pastoso, il segno non
è più contorno: riassume, in una sintesi rapida, i gradi della luce
e dell’ombra.
Vicino a questi schizzi per la Madonna del Fiore, un altro
meraviglioso schizzo di Leonardo: la Madonna dalla Coppa di
frutta, nel Louvre (fig. 28).* La mano della Vergine, le gambe
I Cfr. BERENSON, Drawings of the florentine Painters.
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