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Giuda, di fronte al Cristo, reprobo isolato dalla folla dei fedeli, fissi
nel suo adunco profilo, nel suo gesto rapace di sparviero. Cosimo dis
Rosselli, nella Cappella Sistina, ripete, da poverello spirito quale Leo
era, la scena in una sala sfarzosa e sconnessa, cui mal s’imposta il AZZI
coperchio pesante del soffitto; il Ghirlandajo trasforma la sala stel]
in una loggia aperta sopra un ricco verziere, fa della scena sacra nelle
un episodio di vita comune, muta il Giuda, impietrito da Andrea dall
del Castagno nella paurosa rapacità del gesto, eroe della scena
nella sua tetra grandezza, in un volgare spavaldo; abbandona a
sonno pacifico Giovanni sulla spalla del Maestro tradito. Pietro
Perugino divide per una toscana transenna la mensa dalle gracili
pilastrate del tempio aperto sulla campagna, facendo circolar
la sua mite luce intorno al Cenacolo; infonde ai volti una comune
aria di dolcezza; e ancora isola il traditore che cerca fuggir gli
occhi dei compagni, deviando distrattamente lo sguardo: tutti
distruggono l’aspra vita latente nelle forme rigide di Andrea
del Castagno, senza sapervi sostituire una idealità nuova; anche
l’arte di Pier della Pieve, nell’affresco dell’ex-convento di Fo-
ligno, ha perduto freschezza d’ispirazione. In tutti questi Ce-
nacoli quattrocenteschi, una linea orizzontale segna l’altezza
cui giungon le teste: gli -Apostoli e Cristo si dispongono a
regolari intervalli, ogni forma è per sè completa nella espres- i
sione e nel movimento, così che potrebbe staccarsi dalle altre,
mantenendo intero il proprio carattere, equilibrato il pro- Fig
prio movimento. Ma se ci proviamo a isolar una delle immagini
che s’adunano attorno la mensa del Refettorio di Santa Maria di ro
delle Grazie in gruppi triplici fluttuanti come onde nel mare, scudi
i gesti ci sembreranno eccessivi, squilibrata la posa: se i pros delle
viamo a togliere uno dei gruppi dall’atmosfera d’ombra che av- crepi
volge tutta la composizione e alleggerisce forme e atteggia- degli
menti, vedremo, come nella moltitudine di copie deformatrici, il tra
distrutta la bellezza dell’opera, che il tempo ha mutilata e sala Cc
offuscata. in an
La volticella bramantesca, stesa come ala di gigante uc- di Le
cello notturno nel fondo della sala, sopra gli affreschi della Croce- una FT
Lo