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Non possiamo chiudere il discorso delle opere compiute da
Leonardo nel periodo milanese senza accennare a un misterioso
e poco noto capolavoro dell’arte dell’arazzo italiano, il paliotto
che nel Museo Poldi Pezzoli è segnato col monogramma di
Beatrice Sforza.’ Il diritto (fig. 95) raffigura, sopra una parete
di velluto scuro marezzato dal tremulo contorno dei fioroni,
un sarcofago grigio violaceo; nel sarcofago, Cristo eretto, le
mani in croce, contro l’albero formato dagli strumenti del mar-
tirio. È la Messa di San Gregorio, ma un gusto elettissimo ha sem-
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Fig. 96 — Rovescio del paliotto citato.
plificata e ingrandita la tradizionale composizione. Il sarcofago
è adorno, con misura profonda, dell’ornato lombardo braman-
tesco di clipei entro specchi; le due lance disegnano un trian-
golo, a vertice arrovesciato, con l’asta orizzontale della croce,
dalla quale pendono, come piattelli da un bilanciere, le sferze.
Le linee, chiare, parche, spirano la stessa pace dolente del Cristo
eretto, reclinata appena la testa sull’omero, le mani poggiate al
sarcofago. Ma bastano il frastaglio dell’orlo di terreno fiorito su cui
poggia la tomba, il tremolìo delle funicelle nodose, l’oscillazione
1 Il paliotto era nella Chiesa delle Grazie, prediletta, ampliata e adorna da Ludovico
il M oro. Beatrice d’Este morì nel marzo del 1479; e probabilmente il Duca, a ricordo di
lei, donò a quella chiesa, il 22 agosto successivo, paramenti sacri e, tra essi, il paliotto per
le funzioni dei defunti. Esso porta abbreviato il nome della morta Duchessa : Beatrix
Sfortia Anglia Estensis.