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Ridolfo Ghirlandaio,” figlio di Domenico, nato nel 1483, fu
tra i molti che studiarono i cartoni di Michelangelo per la Bat-
taglia di Pisa, e in corrispondenza con Raffaello nel tempo in
cui questi risciacquava in Arno gli umbri drappi. Seguì Fra’
Bartolommeo, ma non si fece una propria maniera ben chiara e
netta, onde ci appare alquanto ecclettico. Furon discepoli di
Ridolfo: Mariano da Pescia, morto giovane, Toto del Nunziata,
che lavorò assai in Inghilterra, e Michele Tosini, sopra tutti
carissimo al maestro. Michele fu detto di Ridolfo, perchè
osservò il Ghirlandaio come padre, e con lui visse ed operò lunga-
mente. Ridolfo, nella vecchiaia, oppresso dalla gotta e da altri
malanni, si faceva tuttavia portare sopra la sua seggiola nel Pa-
lazzo del duca Cosimo per vedere i nuovi lavori. E una volta,
di sera, nel partirsi, disse: — Io moro contento, perocchè potrò
portar nuova di là ai nostri artefici d’aver veduto risuscitare
un morto, un brutto divenir bello, ed un vecchio ringiovanito.
Si partì per fare questi bei racconti nel mondo di là l’anno I561I.
L'educazione ghirlandaiesca, che segna un’impronta incan-
cellabile in tutta l’opera di Ridolfo Bigordi, avviato alla pit-
tura, dopo la morte del padre, dallo zio David, si manifesta
specialmente nell’ancona del 1501 raffigurante lo Sposalizio di
Santa Caterina (fig. 369), in Sant’ Jacopo di Campo Corbolini,
a Firenze: povera cosa, e anche guasta da restauri. Siamo da-
vanti all’opera di un pittore ritardatario, che svolge la sua
composizione tutta in primo piano, in superficie: la Vergine in
un’arcaistica mandorla saettata da raggi, Santa Caterina in
piedi sopra la ruota, Santa Margherita in ginocchio, presso un
T BaALpInuccI (FiL1PPro), Ridolfo Ghirlandaio, in Notizie, III, 1813, pag. 350; CALZINI (E.),
Di un probabile ritratto di Emilia Pia attribuito a Ridolfo Ghirlandaio, in Rassegna bibliografica,
XV, 1912, F. 19; BORENIUS (T.), Portrait of an Ecclesiastic by Ridolfo Ghirlandaio, in Burling-
ton Magazine, XXIII, 1913, pag. 65; PERKINS (MASON F.), Un ritratto di Ridolfo Ghirlandaio,
in Rassegna d’ Arte, II (XV), 1915, pag. 19; Poccr (G.), Di un ritratto inedito di Cosimo de Me-
dici, dipinto da Ridolfo del Ghirlandaio nel 1531, in Rivista d’ Arte, IX, 1916-8, pagg. 250-252;
BERENSON (BERNARD), The Florentine Painters cit., ed. 1908, 139-141; CAVALCASELLE e Crowe,
Storia cit., Firenze, Le Monnier, 1908, 49-80.
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