Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 1)

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Nel 1519 gli fu allogata la pittura del Cenacolo di San Salvi, 
e riprese il lavoro dello Scalzo, dipingendo due Virtù, la Fede 
e la Carità. La pittura di quel chiostrino, nel tempo ch’egli ri- 
mase lontano dalla patria, era stata affidata al Franciabigio, 
pensandosi che egli non dovesse mai più tornare, ma quando 
si vide Andrea di ritorno, lo si rimise all’opera. Nel 1521 il 
pittore lavorò in fresco nella villa di Poggio a Caiano e, subito 
dopo, nel chiostrino, dipinse il Convito di Erode, la Decollazione 
di San Giovanni, Salomè che ne presenta la testa ad Erode, V’ A n- 
nuncio dell’ Angelo a Zaccaria. E continuò dal 1522 al 1524 
a dar opera alle istorie del chiostrino e alle figure delle Virtù. 
Nel 1523 vi colorì la Speranza, nel 1524 la storia della Visita- 
2i0ne di Sant’ Elisabetta. Finì il ciclo solo nel 1526, dipingendovi 
la storia della Nascita di San Giovanni Battista. 
Tra un affresco e l’altro del chiostrino dello Scalzo, fece 
molte cose; copiò il Ritratto di Leon X dipinto dall’Urbinate 
per darlo a Federico II duca di Mantova. Aveva questi otte- 
nuto in dono da Clemente VII il ritratto di Raffaello, « onde 
fu ordinato in Fiorenza a Ottaviano de Medici, sotto la cui 
cura e governo erano Ippolito ed Alessandro, che incassatolo 
lo facesse portare a Mantova. La qual cosa dispiacendo molto 
al Magnifico Ottaviano, che non avrebbe voluto privar Fio- 
renza d’una sì fatta pittura, si maravigliò che il Papa l’avesse 
corsa così ad un tratto: pure rispose che non mancherebbe di 
servire il Duca, ma che essendo l’ornamento cattivo, ne faceva 
fare un nuovo, il quale, come fosse messo d’oro, manderebbe 
sicurissimamente il quadro a Mantoa. E ciò fatto, messer Otta- 
viano per salvare, come si dice, la capra e i. cavoli, mandò 
segretamente per Andrea, e gli disse come il fatto stava, e che 
a ciò non era altro rimedio che contrafare quello con ogni dili- 
genza, e' mandandone un simile al Duca, ritenere, ma nasco- 
stamente, quello di mano di Raffaello. Avendo dunque pro- 
messo Andrea di fare quanto sapeva e poteva, fatto fare un 
quadro simile di grandezza ed in tutte le parti, lo lavorò in casa 
di messer Ottaviano segretamente; e vi si affaticò di maniera. 
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