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dipinto per Paolo di Terrarossa, ora nella Galleria del Prado
(fig. 478).
Accenneremo appena, prima di chiudere il discorso sull’opera
di Andrea del Sarto, all’ Assunta commessa dai Vallombrosani
di Poppi (fig. 479), cominciata nel 1529 e incompiuta alla
morte di Andrea, opera tutta eseguita da scolari. Di Andrea
sono il disegno per la testa della santa inginocchiata e un su-
perbo studio delle mani dei santi Fedele e Giovanni Gual-
berto, nella Raccolta degli Uffizî, mani articolate nervosamente.
pronte ad afferrare e a vibrare (fig. 480).
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Pittore eclettico, Andrea da tutti i grandi del tempo rac-
coglie esempi, di tutti rispecchia qualche aspetto: Fra’ Barto-
lommeo gli è presente non solo nei tipi delle prime opere e nel-
l’enfasi delle pose, ma nel ritmo perfetto delle ultime Storie di
San Filippo all’Annunziata, e nella costruzione piramidale
dei gruppi; l’arte serena di Raffaello l’incanta; Michelangelo
lo conduce a ingigantire le forme, a forzar, contro la propria
naturale tendenza a placide visioni, l’energia dei gesti: persino
il piccolo Franciabigio ha indubbiamente influito sulle crea-
zioni del periodo giovanile. Ma, soprattutti, Leonardo è maestro
di Andrea, che, traverso le oscillazioni delle sue preferenze arti-
Stiche e il dilagante convenzionalismo, sa immerger nell’aria le
Scene e per mezzo dell’aria alleviare le forme, imprimer loro il
movimento, animarne, con l’agitazione dei lumi, il colore. Lo
sfumato estensivo avvolge le immagini di Fra’ Bartolommeo,
ma la molle penombra non ne demolisce architettonica
saldezza, mentre le nebbie colorate di Andrea penetrano. e
ammorbidiscono le forme. Di opera in opera, nel primo periodo,
l’ideale artistico del pittore va concretandosi: il lento rotear
delle figure intorno al proprio asse nella Natività della Vergine
allo Scalzo agita penombre violacee e bagliori; nel secondo pe-
riodo Andrea subisce il dominio di Michelangelo, ma come Fra’
Bartolommeo, seguace di Leonardo, traendo dalle ombre dei
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