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dove egli aveva un podere de’ suoi passati, fu dato, da Lodovico,
Michelagnolo a balia in quella villa alla moglie d’uno scarpellino ».
(VAsAarI, ediz. Sansoni, VII, 137).
1488, 1° aprile — Sua prima educazione artistica.
Ludovico, padre di Michelangelo, scrisse: « 1488. Ricordo questo
dì primo d’aprile, come io Lodovico di Lionardo Buonarota ac-
concio Michelagnolo mio figliuolo con Domenico e Davit di Tom-
maso di Currado per anni tre prossimi a venire; con questi patti
e modi: che ’1 detto Michelagnolo debba stare con i sopradetti
detto tempo a imparare a dipignere, ed a fare detto essercizio, e
ciò i sopradetti gli comanderanno; e detti Domenico e Davit gli
debbon dare in questi tre anni fiorini ventiquattro di sugello: el
primo anno fiorini sei; el secondo anno, fiorini otto; il terzo, fiorini
dieci: in tutto, la somma di lire novantasei». (Cfr. VASARI,
VII, pago. 128-139).
1488-1492 — Dimora nella casa di Lorenzo de’ Medici, detto
il Magnifico. Suo tirocinio nella scultura presso Bertoldo.
Racconta il Condivi (edizione del 1823, Pisa, pag. 7) che Mi-
chelangelo, tra le altre cose nel giardino mediceo a San Marco,
« considerando un giorno la testa di un Fauno, in vista già vecchio,
con lunga barba e volto ridente, ancorchè la bocca per l’anti-
chità appena si vedesse, o si cognoscesse quel che si fosse, e piacen-
dogli oltre a modo, si propose di ritrarla in marmo. E facendo il
Magnifico Lorenzo in quel luogo allora lavorare i marmi, o vogliam
dir conci, per ornar quella nobilissima Libreria, ch’egli e i suoi
maggiori raccolta in tutto il mondo aveano... lavorando, dico, tai
marmi, Michelagnolo se ne fece dare da quei maestri un pezzo,
ed accomodato da quei medesimi de’ ferri, con tanta attenzione
e studio si pose a ritrarre il Fauno, che in pochi giorni lo condusse
a perfezione, di sua fantasia supplendo tutto quello che all’antico
mancava, cioè la.bocca aperta a guisa d’uom che rida; giacchè si
vedea il cavo d’essa con tutti i denti. In questo mezzo venendo il
Magnifico, per vedere a che termine fosse l’opera sua, trovò il
fanciullo, ch’era intorno a ripulir la sua testa; ed accostatogli al-
quanto, considerata primieramente l’eccellenza dell’opera ed avuto
riguardo all’età di lui, molto si maravigliò: ed avengachè lodasse
l’opera, nondimeno motteggiando con lui, come con un fanciullo
disse: « Oh tu hai fatto questio Fauno vecchio e lasciatigli tutti i denti.
Non sai tu che a’ vecchi di tale età, sempre ne manca qualcuno? ».
Parve mille anni a Michelagnolo che ’l Magnifico si partisse per
correggere l’errore: e restato solo, cavò un dente al suo vecchio,
di quei di sopra, trapanando la gengiva, come se ne fosse uscito
colla radice, aspettando l’altro giorno il Magnifico con gran desi-
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