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stesso, fu posta sul ripiano davanti al Palazzo della Signoria il
giorno 8 giugno 1504.
I502, 12 agosto — La Signoria di Firenze gli alloga un David
di bronzo alto due braccia e un quarto, da eseguire in tempo
di sei mesi.
Per la statua, che passò al Robertet, segretario del Re di Francia,
e forse al Re stesso, Michelangelo ebbe pagamenti dalla Signoria
il 29 aprile 1503 e il 10 ottobre.
1503, 24 aprile — Gli operai di Santa Maria del Fiore gli af-
fidano l’esecuzione di dodici apostoli di marmo di Carrara.
Per dare agio a Michelangelo nel lavoro delle dodici statue,
gli fanno fabbricare dal Cronaca una casa, che poi gli operai stessi,
il 18 dicembre 1505, dettero a pigione, avendo perduta la speranza
che Michelangelo accudisse al lavoro. Egli infatti ne incominciò
una soltanto, il S. Matteo (V. Lettera di Michelangelo al Fattucci,
nel gennaio 1524).
1504, agosto — Il gonfaloniere Pier Soderini, avendo allogato
a Leonardo il 28 febbraio la metà degli affreschi della sala
del Consiglio in Palazzo Vecchio, ottiene che Michelangelo
ne assuma l’altra parte. Nell’ottobre Michelangelo inizia il
cartone della Battaglia di Cascina (guerra di Pisa).
Per esso ebbe un pagamento il 28 febbraio 1505, in acconto
della somma pattuita di 3000 ducati: nel marzo era finito, e il
31 agosto veniva rizzato ed esposto. Nel gennaio 1524 egli ne scrisse
al Fattucci, ricordando che «di già era fatto el cartone, come è
noto a tutto Firenze » quando, «levandomi papa Iulio di qua »,
dovette rinunziare alle pitture e al danaro.
Il cartone si conservò qualche anno nella Sala del Papa, in
S. Maria Novella, e Michelangelo vi mandava a studiarlo alcuni
giovini artisti, finchè non fu portato nella « Sala grande di sopra in
casa Medici», e nella infermità del duca Giuliano (1516), o nel 1512,
al ritorno dei Medici in Firenze. fu ridotto in molti pezzi.
1505, marzo — Michelangelo è chiamato a Roma per la Sepol-
tura di papa Giulio II.
1505, 17 aprile — Ritorna a Firenze.
1505, maggio-dicembre — Va a Carrara, e vi dimora otto mesi.
Dà opera a far cavare marmi, a sbozzare due figure e a noleg-
giare barche per il trasporto dei marmi a Roma, dove ritorna per
la fine dell’anno.
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