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1510, agosto — Sta per finire la prima metà della vélta della
Sistina. Scrive a Buonarroto:
«To mi sto qua all’usato e arò finita la mia pittura per tutta
quest’altra settimana, ciò è la parte che io chominciai; e chom’io
l’ho schoperta, credo che io arò danari e anchora m’ingiegnierò
d’avere licenza per chostà per un mese »
IS5IO, 5 settembre — La prima metà della vélta è finita.
Buonarroto ammala grave, il Papa è partito per Bologna
fino dal 17 agosto, e Michelangelo scrive al padre:
«To ò avuta una vostra... la quale m’à dato e dà gran passione,
intendendo che Buonarroto sta male. Pregovi, visto la presente,
m’avisiate chome sta; perchè se stessi pur male, io verrei per le
poste insino chostà di questa settimana che viene, benchè mi
farebe grandissimo danno: e questo è che io resto avere cinque
cento ducati di patto fatto guadagniati e altrettanti me ne douea
dare el papa per mettere mano nell’altra parte della opera. E lui
s’è partito di qua e non m’à lasciato ordine nessuno, in modo che
mi trovo sanza danari, nè so quello m’abbia a fare. Se mi partissi,
non vorrei che sdegniassi e perdermi el mio; e stare, mal posso... ».
1510, 7 settembre — Va a Bologna qualche giorno, presso
Giulio II.
Così narra al Fattucci la cosa, nel gennaio 1524: « In questo
tempo quasi finita la volta, el Papa ritornò a Bologna; ond’io
v’andai dua volte per danari che io aveva avere, e non feci niente,
e perde’ tutto questo tempo, finchè ritornò a Roma. Ritornato
a Roma. mi missi a far cartoni per detta opera... »
1310, 26 settembre — la Firenze, e il padre gli scrive da San
Casciano dov’era podestà.
1510, 26 ottobre — È a Roma, e scrive a Buonarroto:
« Îo ebbi ieri cinque ciento duchati d’oro di chamera dal datario
del papa... »
IS5II, 7 gennaio — Arriva a Roma, dopo il secondo viaggio a
Bologna presso Giulio II.
I5II, 23 febbraio — Ha incominciato a lavorare alla seconda
parte degli affreschi della vélta, cioè « ai cartoni di detta
opera.... per le teste e per le faccie attorno di detta
Cappella ».
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