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I512, 31 ottobre — Apertura della Cappella Sistina.
Racconta Paris de Grassis nel suo Diario che il giorno della
vigilia d’Ognissanti, « primum capella nostra, pingi finita, aperta
est.»
1512, novembre-dicembre — Breve permanenza di Michelan-
gelo a Firenze.
1513, gennaio-febbraio — Scrive spesso al padre d’un suo
progetto d’acquisto d’una casa, forse quella al Macel de’
Corvi, che dopo la morte di Giulio II (20 febbraio 1513) lo
accolse insieme con i marmi della sepoltura papale.
Già dall’ottobre egli scriveva: « Io non fo ancora niente, e aspetto
che el papa mi dicha quello che io abbia a fare »; e anche il 5 gen-
naio ripete: « Voglio cominciare a far qualcosa »; e nel febbraio:
«Come ò achoncio questa mia faccenda (dell’acquisto della casa
e d’una bottega dove allogare la lavorazione dei marmi) spero
cominciare allavorare forte »
1513, 6 maggio — Fa nuovo contratto, con gli esecutori te-
stamentari di Giulio II, per la Sepoltura del pontefice.
S’impegna a non occuparsi d’altro e a terminarla in ogni modo
entro sette anni, fornendovi ventotto statue, tre storie e ogni ne-
cessario ornamento. Il prezzo totale pattuito fu di 16.500 ducati
d’oro, di cui 3500 già riscossi dalle mani di Giulio II.
È da ricordare — come egli scriverà al Fattucci nel ’24 e ri-
peterà nel ’42 a Mons. ... — che i marmi, già trasportati al porto
di Ripa Grande e in Piazza di S. Pietro, erano stati in parte rubati:
due grossi pezzi da Agostino Chigi e molti piccoli dal popolo, mentre
che Michelangelo s’era rifugiato a Firenze o conduceva la statua
di bronzo di Giulio II in Bologna.
I5I13, 14 maggio — Il cardinale Aginense fa pagare a Miche-
langelo 3000 ducati d’oro in conto della sua opera per la
Sepoltura.
1513, 9 luglio — Contratto con maestro Ariftonio da Pon-
tassieve, pel lavoro di quadro e d’intaglio nella Tomba di
Giulio IT.
I pagamenti seguono fino al 25 aprile 1514. Intanto Michelangelo
inizia le figure dei Captivi.
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