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presentato da Pietro Urbano, aveva soddisfatto il Papa e il
Cardinale a meraviglia.
Dice Michelangelo nei Ricordi: « E come el papa Leone lo vide,
mi scrisse andassi là: così andai e là fìmo d’accordo di sopra detta
opera e tolsila a fare in cottimo »
1518, 19 gennaio — Stipula in Roma col Pontefice il contratto
per fare la costruzione e l’ornamento della facciata di San
Lorenzo.
Seguono i Ricordi: « E volse detto papa Leone che el lavoro mio
di Roma (la Tomba di Giulio 11) io lo conducessi a Firenze a fare,
per poter servire lui: e lui mi promesse cavarmi di tutte le spese del
condurre in qua e ricondurre in Ià e di gabelle e danni e interessi.
benchè la scritta nol dica ».
I518, 19 gennaio — Nello strumento dell’allogazione a Miche-
langelo della facciata di S. Lorenzo, si aggrandisce e si arric-
chisce il disegno: oltrechè, nell’opera della facciata, sì veggono
aggiunte le rivolte, le statue sono cresciute a ventidue, delle
quali le sei che andavano nell’ordine sopra le porte, dove-
vano essere di bronzo; e sette bassirilievi, cinque quadri e
due tondi, non di bronzo, come nel primitivo disegno, ma
di marmo.
La spesa fu valutata: di 40.000 ducati d’oro e il tempo concesso
fu d’otto anni.
I518, 2 febbraio — Gli scrive il cardinale Giulio de” Medici
esser volontà del Pontefice che si adoperino i marmi di Pie-
trasanta e non altri, per la facciata di San Lorenzo, come per
tutte le altre opere che si debbono fare per San Pietro di
Roma e per Santa Maria del Fiore di Firenze.
Ciò perchè quella cava apparteneva ai Fiorentini i quali medi-
tavano di contrastare a Carrara il commercio de’ marmi.
1518, 6 febbraio — Ritorna a Firenze.
I518, 25 febbraio — Parte per Carrara e poi per Pietrasanta,
dove comincia ad avviare le nuove cave di marmi.
Seguono i Ricordi: « A dì sei di febraio seguente millecinquecento
diciassette (sic) tornai a Firenze, e a dì venticinque ebbi da Jacopo
Salviati ducati ottocento per papa Leone per detta opera e andai a
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