1520, fine marzo — Il cardinale Giulio de’ Medici medita la
Sagrestia Nuova in S. Lorenzo.
1520, II aprile — Correva voce che egli fosse malato in Fi-
renze.
I520, giugno — Chiede al cardinal Dovizi lavoro per Seba-
stiano del Piombo, in Vaticano.
« Monsignore, io prego la vostra Reverendissima Signoria non
come amico e servo, perchè io non merito esser nè l’uno nè l’altro;
ma come omo vile, povero e matto, che facci che Bastiano Veni-
ziano pittore abi, poi ch’è morto Raffaello, qualche parte de’ lavori
di Palazzo [le Stanze]: e quando paia a vostra Signoria in un mio
pari gittar via el servizio, penso che ancora nel servire e’ matti,
che rare volte si potrebbe trovare qualche dolceza; come nelle ci-
polle per mutar cibo fa colui ch’è infastidito de’ caponi. Degli uo-
mini di conto ne servite el dì: prego vostra Signoria provi questo
a me: e ’l servizio fia grandissimo, e Bastiano detto è valente omo:
e se fia gittato a me, non fia così in Bastiano, perchè son certo farà
onore a vostra Signoria ». Sebastiano del Piombo nel 3 luglio 1520
riferiva a Michelangelo l’effetto di questa bizzarra lettera: « Io
portai quella al Cardinale, el qualle mi fece molte careze et offerte,
ma di quello che io domandavo, lui mi disse che ’1 Papa havea dato
la Salla de’ Pontiffici a li garzoni di Rapphaello, et che costoro havea
facto una mostra de una figura a olio-in muro, ch’era una bella cossa,
de sorta che persona alcuna non guarderìa le camere che ha facto
Raphaello; che questa Salla stupefaria ogni cossa, et che non sarà
la più bella opera facta da li antichi in qua de pictura. Et da poi mi
domandò, se io havea letta la vostra littera. Jo li dissi de nonne.
Lui se ne rise molto; quasi che ne faceva beffe: et con bone parolle
mi partii. Da poi io ho inteso da Bacino de Michelagnolo (Bandi-
nelli)... che ’1 Cardinale li ha mostrato la vostra littera, et àlla mo-
strata al Papa: che quasi non c’è altro sugieto che rasonar in Pa-
lazo, se non la vostra litera: et fa ridere ogn’omo ». Tuttavia nel
luglio Sebastiano ebbe incarico di dipingere figure nella Sala dei
Pontefici al Vaticano.
1520, 29 luglio — Gli scalpellini carraresi, con cui s’accordò,
gli rilasciano quietanza pel pagamento di cinque grandi
blocchi consegnati al Benti.
1520, 6 settembre — Sebastiano del Piombo gli scrive la-
sciando comprendere che in una lettera precedente gli ha
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