Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 1)

1523, 16 giugno — Un suo disegno per un’abitazione con giar- 
dino è portato da Baldassare Castiglione al marchese di Man- 
tova che aveva intenzione di farlo eseguire nella delizia di 
Marmirolo. 
1523, 16 giugno — Contratto col fratello Gismondo, in cui 
M. si obbligò di pagargli entro due anni 500 fiorini d’oro, come 
parte sua dell’eredità materna: ciò fu fatto il 5 maggio 1525. 
1523, 22 giugno — Fu, posta: condizione a’ fiorini 312,10 
larghi della dote della Lucrezia di Antonio da Gagliano, mo- 
glie di Lodovico Buonarroti, che non si potesse fare contratto 
di detta somma senza licenza di detto Michelangelo, il 
quale dopo la morte di Lodovico potesse di tal credito e posta 
fare in ogni tempo la sua volontà. Ludovico dovette assai 
adirarsi di ciò, e M. gli scrisse una lettera aspra e dolorosa, 
chiarendogli le ragioni: 
“Jo v’ò chiarito del contratto, ciò è di disfarlo a posta vostra, 
poi che voi non ne siete contento. Jo v’ho chiarito del Monte e 
potetelo vendere a posta vostra; io è fatto e disfatto sempre come 
voi avete voluto: io non so più quello che voi volete da me. Se io vi 
dò noia a vivere, voi avete trovato la via di ripararvi, e rederete 
quella chiave del tesoro che voi dite che io ò: e farete bene: perchè 
e’ si sa per tutto Firenze come voi eri un gran rico e come io v’ò 
sempre rubato, e merito la punizione: saretene molto lodato! Gri- 
date e dite di me quello che voi volete, ma non mi scrivete più, 
perchè voi non mi lasciate lavorare: che a me bisognia ancora scon- 
tare ciò che voi avete avuto da me da venticinque anni in qua. Jo 
non ve lo vorrei dire: non posso fare che io non ue lo dica. Abbiatevi 
cura e guardatevi da chi voi v’avete a guardare; ch’ e’ non si muore 
più d’una volta, e non ci si ritorna a raconciar le cose malfatte. 
Avete indugiato alla morte a fare simil cose! Idio v’aiuti » 
1523, giugno — Riceve cinquanta ducati d’oro per conto del 
cardinale Grimani, desideroso di avere per un suo studiolo 
un’opera già da lui promessa, un quadretto di sua fantasia, 
di pittura, di getto o di scultura. 
L’iz luglio il Cardinale stesso gli si rivolge; e poco dopo egli 
risponde: « Ingegnierommene quanto potrò e più presto che potrò. 
Jo è grande obligo e son vechio e mal disposto: che se io lavoro
	        
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