Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 3)

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si plasma in un’atmosfera d’oro la testa del Cristo, incorniciata 
di capelli rosso rame, come tinti di sangue. La veste è di raso 
giallo, vibrante, crivellato ‘d’ombre rossigne, che aumentano 
l’incandescenza fantastica del colore; e luce ed ombra ricercano 
le fibre del raso con effetto cromatico di straordinaria intensità 
e ricchezza. Le pieghe semplici acute, che nel tondo della Galleria 
Martinengo a Brescia incidevan di ombre e luci taglienti, la tunica 
tesa sul corpo di Cristo, per scomporsi solo nelle grandi maniche, 
son qui meandri, cartocci, cumuli, tra cui gioca con infinite varia- 
zioni il giallo splendente, corrusco. A contrasto, la testa di Cri- 
sto è sfumata d’ombre; e l’ombra stagna nell’occhio profondo, 
appannato come d’un velo di sangue. 
Non solo Tiziano, ma Lorenzo Lotto influisce sul Romanino 
nel gran quadro con i Santi Faustino e Giovita che levano in cielo 
la Santissima Croce di Brescia (fig. 580), tanto nella disposizione 
delle mezze figure di oranti nel basso, quanto nella lumeggiatura 
trasparente che schiara i volti dall’interno, mentre il vecchio 
Prelato in primo piano, e la donna con bianco velo nel fondo, 
ricevono una luce argentea, come riflesso delle tre mitre. 
%* * * 
È il momento forse in cui il Romanino dipinge la Madonna 
oggi a Brera (fig. 581), rosa espansa, rosa di toni accesi, quasi 
oppressa dalla propria opulenza di forme e di colori. La testa 
bionda e rubea si reclina sotto il drappo di un grigio avana; 
la linea della composizione s’ingorga. Le note calde del rosso 
e dell’oro invadono l’intiero quadro; s’indora il risvolto verde 
del manto di Maria, e la veste rossa ha luci di rubino; i fogliami 
impressi sul cuscino del Bimbo si tingon di rosso ai contorni, 
e anche il drappo accartocciato, denso, cretaceo è di un caldo 
biancore. Biondo è il Bimbo impastato di sole nelle carni floride 
e sanguigne. Ma non ancora il Romanino è giunto all’apice della 
sua turgidezza: vi giungerà con la Madonna della Raccolta 
Lederer a Budapest (fig. 582). Confrontata con la precedente, 
questa ha curve più ampie, masse più globose; e se nel primo 
quadro la mano della Vergine, posata sulla gamba del Bimbo
	        
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