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rativi di Paolo s’impongono allo Zelotti, fresco dello studio di
Giulio Romano a Mantova, che appar chiaro nelle atticciate
corporature, soprattutto del macchinoso Nettuno, nello squadro
pesante dei lineamenti (fig. 683), nella rotondità delle teste. La
falcata linea compositiva nell’ovato raffigurante Giano e Giunone
(fig. 684), lo scorcio di Venezia seduta sul globo in’ altro ovato
(fig. 685), e quello della stessa figura in atto d’infranger le sue
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Fig. 683 — Venezia, Palazzo Ducale. G. B. Zelotti: Venere fra Marte e Nettuno.
(Fot. Naya).
p catene (fig. 686), in un rettangolo della stessa sala, decalcato quasi
o dall’affresco veronesiano di Era che getta doni a Venezia, l’ombra
a di nuvola che passa sul volto di Giunone presso Giano, e che,
pra il Cattujo, , lontana d’imbeversi dei riflessi di Paolo, disegna sulla rosata opa-
i ap cità delle carni una mascheretta uniforme e leggiera, sono altret-
i. busti spe tanti indubbi segni d’influsso veronesiano. E le vesti cangian
Fi i colore dall’ombra alla luce, ma i tessuti grossi, con pieghe striz-
dn zate, talora unite ad angolo retto, mancano di trasparenza. Di
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