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lisce e lucenti e nelle vesti di tenue seta, marezzate di luce, ricche
di pieghe, drappeggiate intorno alla Vergine con grazia preziosa.
Si volge lenta sull’inginocchiatoio, l’Eletta, al sopraggiunger
dell’Angelo, e nel volgersi piega il capo studiatamente, all’unisono
col fiotto di luce e di cherubi che scende dall’alto. Tutto è tenue
nella figura di Maria: il tessuto delle carni, le vesti tagliate come
in una gran foglia di seta, il nimbo di cristallo opalino; e l’arti-
ficio elegante dello Zelotti si palesa nella marezzatura come nelle
pieghe infronzolite, come nelle chiome, a ghirlanda mosse in-
torno al volto di bamboletta gentile; ma più la figura di Gabriele
rispecchia il temperamento del decoratore capriccioso e dotato.
Anche tra le architetture dietro l’Angelo è un contrasto d’ombre
e luci mosse, in armonia col moto delle vesti arrotolate e starnaz
zanti del figurone che avanza tarchiato e macchinoso, ma alleg-
gerito dal capriccio di quel gonnellino forbiciato come entro un
foglio di trasparente carta cilestre spruzzata di rosa.
Più fedele ai tipi del Veronese nelle figure dell’Angelo e della
Vergine è lo Zelotti in altra Annunciazione (fig. 694) della Gal-
leria di Vienna, dove le figure, e specialmente l’Angelo con ali di
pavone, iridescenti, e vesti a cartoccio, marezzate di luce, traggon
risalto dall’emiciclo di un’abside, aperta in alto per un vasto in-
tercolunnio sul cielo. Qui minor capriccio di trovate sfoggia l’u-
mor bizzarro dello Zelotti nel costume dell’Angelo affagottato
e scompigliato, ma esso si spiega invece nel motivo leggiadris-
simo degli angioletti che giocano a giro tondo entro il semicer-
chio del cornicione, portando a festa un giglio fiorito, in alto, sul
capo di Maria.
Con facilità sempre maggiore lo Zelotti fa cantar le tinte d’ar-
gento primaverili festose nel Martirio di Santa Giustina (fig. 695),
a Firenze, con gruppi divisi da intervalli come in un trittico, e
frammenti architettonici di marmo bianco, o meglio di gesso fine.
Si ripete lo schema dell’Annunciazione, nei tre gruppi fissi al
limitar della scena, in superficie, sul fondo chiaro fiorito, come
d’arazzo, e appena leggermente uniti uno all’altro, senza il le-
game ritmico strettissimo dei gruppi complessi di Paolo. In questa