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Tommaso degli Obizzi su Giovanni Acuto (fig. 701), altro gruppo
serrato e cristallino, che stringe tra due ripe d’acciaio il vinto e
il cavallone arrotolato a terra come una chiocciola gigantesca,
brano decorativo tra i più superbi di questo decoratore nato.
Non si ritrova la spiritosa fantasia delle composizioni di
battaglia nell’affresco dello Sposalizio di Luigi degli Obizzi
con Caterina de’ Fieschi (fig. 702), compassata e alquanto mec-
canica combinazione di verticali e d’oblique come tirate con riga
e squadra, fra un prospetto architettonico grandioso e freddo
e gruppi di figure ascendenti a piramide dal piano della sala al
trono del Pontefice. Ma vi son particolari mirabili, in quell’arida
composizione: ad esempio la fantastica nota di colore d’una
gonna ametistina a triplici righe d’oro (fig. 703), e soprattutto
la figura del paggio biancovestito che regge lo strascico della
sposa (fig. 704). Dal tessuto d’argento della veste, mosso a
rapidi colpi grafici di pennello, distribuiti a zig-zag con lampeg-
giante rapidità di mano, esce la testa quasi monocroma, terrea,
impressa di fitti solchi di pennello che increspan la cute e co-
municano al volto mobilissimo, agli occhi febbrili, una espres-
sione torbida e inquieta, le stigmate di mente ottusa dei nani di
Diego Velazquez. Non v’è altro brano, forse, in tutto il Catajo,
che ci riveli come questo la virtù pittorica di Giambattista
Zelotti, il cui tocco impressionistico lumeggia a solchi di lampo
la veste bianca, e tesse una rete tremula di riflessi sul crespo
volto del fanciullo.
Altrove, in un affresco della stessa sala, sopra un mantello
ad ala di vampiro (fig. 705), fregi e strie, tracciati con disinvolta
sommarietà, come, sopra una lavagna, disegni di gesso bianco,
rivelano un altro aspetto della caratteristica grafia propria a
G. B. Zelotti, modernissimo decoratore. Terminiamo quest’evo-
cazione dell’opera massima del compagno di Paolo, ricordando
l’araldica figura di Niccolò degli Obizzi (fig. 706), con tanta arte
inserita fra stipiti marmorei adorni di cartelle e di fiori, e l’af-
fresco raffigurante Lucio degli Obizzi che difende Lucca contro
Castruccio (fig. 707), festa di colore, dove s’alternano, nel gruppo