Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 4)

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11 pittore si serve dei suoi vecchi canovacci per far presto, 
come si può vedere a San Cristo, nei Santi Pietro e Paolo che so- 
stengon la Chiesa (fig. 166), ove son trasformati in cariatidi i 
Santi che abbiam veduto a San Clemente. È i moduli delle 
Sante si ripetono: divengon melense le regine di San Giorgio 
in Braida nelle Orsoline di San Clemente (fig. 167) e nelle altre 
del Museo Artistico Municipale di Milano (fig. 168); Par che il 
Moretto si rialzi alquanto con la Cena in casa del Fariseo (1544), 
Fig. 169 — Chiesa della Pietà, a Venezia. Moretto: Cena in casa del Fariseo. 
(Fot. Anderson). 
della chiesa della Pietà a Venezia (fig. 169), riecheggiando ancor 
il Romanino, ma sempre più facendosi inespressivo e sconnesso. 
Sfoggia marmi nell’architettura di una villa veneta del Cinque- 
cento: ma là, in quel loggiato col fondo di una pergola e delle 
siepi di un viridario, pone figure troppo grandi per l’ambiente 
che divien basso, stretto, posticcio, rivelando la tendenza finale 
del Moretto a slargar forme, a ingrandir proporzioni. Vedasi 
quel che sia divenuta la formosa Madonna del Paitone (fig. 170). 
A un tempo, il languido tipo muliebre si altera e volge al classico 
per l’estendersi degli influssi di Giulio Pippi nell’arte del Bon- 
vicino. La riduzione del tipo morettiano a quello dell’agghindata 
signora che ascolta la vecchia prima d’inoltrar nella sala del 
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