Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 4)

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i Similmente nel Ritratto di oratore veneto del Museo Storico 
Artistico di Vienna (fig. 191), come ci piace supporre il nobiluomo 
scrutatore d’uomini e di cose, e nella più che mezza figura 
del Museo di Worcester, ritenuta di un capitano bergamasco 
(fig. 192), il Moroni veste di velluto nero i suoi personaggi e 
continua a intagliarli sul fondo grigio, ma ne accentua il rilievo 
per l’accrescersi del modellato; e li ammorbidîsce rinunciando 
a ogni duro contorno e attenuando gli scuri. Forse il pittore, 
veduto saggi veronesiani, si piacque sminuire l’intensità delle 
ombre e cercar sfavillìo di stoffe e di gioielli. L’ispirazione dal 
Veronese si nota anche nel ritratto del suddetto oratore ve- 
neziano, fresco nelle carni rosate, con piccole luci sulla fronte, 
come nella parete grigia dalla quale si rileva: è il periodo in 
cui l’aria e la luce vengono dall’aperto; e la luce schiara qui 
mirabilmente le mani, sembra muoversi sopra di esse. 
Nonostante questo progredire per le vie del vero, attraverso 
il ritratto e l’osservazione continua, insistente; dei caratteri de’ 
suoi personaggi, nonostante le ispirazioni ricavate dal Lotto, 
come dal Veronese, Giambattista Moroni, quando riprende a 
svolgere temi sacri, torna al Moretto, tutt’al più commisten- 
dovi qualche elemento di Paris Bordone. A destra, tra una co- 
lonna e una muraglia frante, appare a mezza figura, con le mani 
giunte, il devoto committente (fig. 193). Così il Moroni ha tra- 
sportato il suo ritratto come dietro le quinte del palco teatrale, 
su cui, davanti un fondo di montagne luminoso, il Battista 
dà sul letto del Giordano il battesimo a Cristo. Non ha potuto 
staccarsi dal suo mondo di pittor di ritratti, neppure da quelle 
posticce rovine su cui fa campeggiare i suoi personaggi, e le ha 
collocate proprio sul davanti della campagna, ove nel letto del 
Giordano biancheggiano i sassi; e tra il verde passa, sulle chiome 
degli alberi, come un fruscìo di sole; nelle pendici dei monti, 
si ergono scintillanti campanili e aste di torri. 
La data del 1560 è segnata anche sul ritratto del magnifico 
Signore (fig. 194) seduto sopra un seggiolone, del quale il pittore 
userà servirsi anche in seguito, disponendo i suoi personaggi
	        
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