Leningrado e di Londra; e una tonalità dorata, tranquilla e
ricca di splendor veneziano, tutto pervade il quadro: anche il
paese veduto in una molle luce diffusa. Sempre aderente ai prin-
cipî formali di Michelangelo, il pittore modella a tutto tondo
la mole statuaria del nudo muliebre, e dall’Eva della volta Si-
stina trae i lineamenti massicci, i grandi occhi, le chiome ric-
ciute della Santa legata al palo del martirio. L’imponenza dei
volumi rimane centro dell’arte di Sebastiano; ma egli comincia
a tendere verso la superficiale bravura dei tardi manieristi ro-
mani, a veder solo meccanica espansione di forme, iperbole di
volumi, ove era l’anima formidabile delle moli di Michelangelo.
I due manigoldi, improntati ai caratteri di un grosso e triviale
realismo, la maschera idiota del giudice, e quelle, stampate una
sull’altra, delle due guardie con uguali occhi sbigottiti, uguale
bocca aperta, smorfie di commiserazione identiche, son comparse
accanto ai sublimi personaggi della Resurrezione di Lazzaro.
Non più sorretto dai disegni di Michelangelo o dall’imitazione
diretta di qualche sua opera, Sebastiano compositore torna allo
schema veneziano dei quadri in larghezza, con figure tronche,
col giorgionesco parapetto su cui bilica un coltellaccio; e in
quella contaminazione di elementi veneti e fiorentini si diso-
rienta; cade nel falso, nelle contraddizioni di gusto. Sola ric-
chezza dell’opera, il colore avvolge tutta la scena in un morbido
lume d’oro.
Più chiaramente, Sebastiano torna al modello di Michelangelo
quando colora ad olio la Flagellazione (fig. 23) di $an Pietro
in Montorio a Roma, ove anzi si scorge l’aiuto di qualche schizzo
del Maestro, se non nell’intera scena, almeno nella figura del
Cristo. Il gruppo è composto alla maniera tradizionale; ma l’im-
peto degli atteggiamenti divaricati, i gesti a strappi fulminei,
rispecchiano la violenza del pensiero michelangiolesco. Soprat-
tutto grandeggia, il pensiero di Michelangelo, nel Cristo che
piega sotto il dolore. Vi è, nel tornito nudo, un ricordo, sia pur
indebolito e addolcito, dei giovani schiavi destinati alla tomba
di papa Giulio; sul modello degli eroici profili di Michelangelo
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