xgio a Leningrado, Se- non sembra più addensarsi sotto il peso incombente del sacro
croce (fig. 38), isolando legno, ma tendersi, spezzata ad angoli dall’intensità dello spasimo,
altezza del cinto. Sola, che scatta nelle dita aride, crepitanti. La somiglianza delle due
composizioni (la seconda può dirsi replica parziale della prece-
dente), meglio ci lascia sentire la differenza dell’interna struttura,
la tendenza, propria all’arte del Cinquecento inoltrato, verso
una forma allungata, scattante e nervosa. Le labbra del Cristo,
in entrambi i quadri, disegnano un arco spasmodico; ma l’ombra,
nel primo, comunica alla bocca un'espressione di martirio silen-
ziosa e profonda, mentre nel secondo il vibrar della luce par dia
alle labbra sussulti nervosi; le chiome cadono in entrambi i quadri
sulle spalle, in una massa languente nel primo, in ciocche viperee
nel secondo; le mani del Cristo di Madrid gravano, massicce,
sulla croce; premon con forza le dita nella volontà di reggere il
mortale peso; quelle del Cristo di Leningrado, disseccate, lignee,
scattano elettriche quasi al contatto di un metallo rovente. Dal-
l’alto, guarda il Cristo angosciato come verso un abisso di te-
nebre; e il contorno di luce sopra l’omero destro par sintetizzi
in un solco di lampo il fremito che tutta percorre l’immagine
dolorosa. Meno solenne, meno ideale della silente figura di Ma-
drid, questa di Leningrado sembra ispirata a un senso meridio-
nale, spagnolo quasi, di fisico spasimo.
Il carattere di tensione e di rigidezza formale divien im-
pronta comune a tutta una serie di ritratti eseguiti da Sebastiano
negli ultimi anni di lavoro, a cominciar dall’effigie di dama coi
simboli di Sant’Agata, nella Galleria Nazionale di Londra, ca-
ratteristica per la gamma di verdi appassiti e firmata per la
prima volta col nome del pittore preceduto dall’iniziale F. In
tutti questi ritratti si vede ristamparsi, con varianti leggiere,
un tipo muliebre, slanciato, altiero, impassibile. Non si riconosce
Romitaggio. più il forte modellatore dell’effigie di Baccio Valori e di Andrea
portacroce. Doria, nel ritratto di dama della collezione Steinmeyer, rita-
anche qui sconiina: dal gliata see ombra sul fondo scuro, da cui appena la pi il
ndo ineale, di fenchte, piano d’un tavolo: lo stesso gesto della mano sospesa è fiacco,
e inerte, impacciato. I ’arte decadente del Veneziano si rialza
assa del corpo di Cristo
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