Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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che noi abbiamo l’impressione di veder quello stelo flessibile 
piegarsi e rimbalzare al soffio dell’aria. 
Simile effetto di moto lineare e di corporea levità è ricercato 
dal Pontormo nel quadro del Louvre raffigurante la Vergine con 
Sant’Anna, il Bambino e quattro Santi (fig. 97); ma è raggiunto 
pienamente soltanto nel gruppo divino snodato a spira, sospeso 
da terra, e nei due Santi Sebastiano e Giovanni, che verso il 
gruppo centrale reclinano in simmetria il busto nudo e gli esi- 
gui profili. Le due grandiose figure in primo piano, Sant’Antonio 
Abate e San Pietro, soprattutto quest’ultimo, sull’attenti in 
posa enfatica, ancor sonante della retorica di Fra’ Bartolommeo, 
piantano troppo saldamente al suolo, e si avvolgono con troppo 
evidente studio di monumentalità nei drappi densi e abbondanti, 
per non menomare l’impressione di leggerezza che al desco da 
parto veniva dalle figure tenui, affilate, eleganti, tutte in lun- 
ghezza. In ogni modo, le due opere sono di tempo prossimo: tanto 
che la donna china dietro Zaccaria nel tondo e il San Giovanni 
della pala han lo stesso profilo. 
Nel quadro del Louvre, i colori sono più vivi e più freschi, 
le luci più rapide che nel desco da parto; e par diano un frigido 
splendore al nodo serico delle tre figure centrali, allacciato dalla 
catena delle mani sottili e pallide, dove il Pontormo par con- 
centri tutta la sua eleganza di raffinato signore. Il piede sinistro 
della Vergine s’inargenta sullo sgabello di una nuvola oscura 
come potrebbe vedersi in qualche opera del Lotto, al cui spirito 
bene s’adatterebbe anche il modo di esporre le figurette della 
confraternita in un disco sul fondo verdazzurro di cielo. Ma so- 
prattutto la virtù pittorica del Maestro s’accentra nella testa 
incappucciata del vecchio Sant’Antonio abate (fig. 98), ove il 
colore par disfarsi nelle carni avvizzite delle guance, nelle molli 
palpebre, nelle iridi appannate e torbide. A questa figura, che 
ancor ci fa sentire qualche eco dell’arte dureriana, l’acuta sen- 
sibilità del Pontormo comunica un’espressione profonda d’an- 
goscia fisica, di stanchezza, l’anelito di un petto esausto: i li- 
neamenti affilati si torcono, gli occhi s’oscurano, le tempie dan 
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