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d’uno squillo di luce in questo slanciato stelo umano; e lo sguardo
di sfida dei David quattrocenteschi, temprati in puro acciaio,
balenare negli occhi aperti, impavidi, ove intatte s’addensano
le energie della vita. Il portamento stesso della piccola testa
esprime fierezza, prepotenza, audacia; e le chiome gonfie, sbuf-
fanti, le nari dilatate, l’arco delle labbra carnose, completano
il ritratto-tipo di giovinetto fiorentino nella sua balda bellezza
effervescente di vita. Tutto par si dilati e S'’accenda a quell’in-
terno rigoglio, anche il mantello rosa vivo, spiegazzato, frasta-
gliato, lanceolato ai contorni. La nervosa tempra d’Jacopo si
trasfonde nel gonfiore dei lini ribelli e nella irrequietezza fan-
tastica del grande manto di raso, che si dibatte intorno allo slan-
ciato fusto umano come vessillo intorno all’asta. Con la sinistra
sul fianco, la testa eretta, le chiome sbuffanti, il fanciullo spa-
valdo par s’affacci sfidando alla vita. Sul fondo nero, l’effetto
di colore, purtroppo alterato da una tempesta di ritocchi, è squil-
lante, superbo: le carni di bionda e trasparente cera richiamano
la pala di Santa Felicita; ma la fulva chioma, il rosa del manto
che s’invermiglia e risplende, il verde muschio della veste, com-
pongono una gamma cromatica in perfetto accordo con la figura,
che raccoglie della linea d’Jacopo tutta l’elasticità e lo scatto.
Nel ritratto muliebre di Francoforte (fig. 105), a differenza
che in tutti i precedenti, il Pontormo mira a comporre entro uno
schema architettonico definito e solenne la forma nervosa, tutta
potenzialità di moto nell’apparente stasi. Una mano della gio-
vane donna poggia sul grembo, l’altra sul bracciolo della poltrona;
ma di posa non è capace l’irrequieta donzella, che par sobbalzi
impaziente e frema in tutti i lineamenti del volto teso, con nari
dilatate, nervoso, aggressivo. Le maniche arricciate, sbuffanti,
il colletto sgualcito, tutto s’accorda con la mobilità del volto
tagliente, della bocca mordace, anche gli occhi di lucido vetro
e le ringhianti labbra del cagnolo.
Che il ritratto appartenga alle opere tarde del Pontormo è
dimostrato dall’intensa ricerca di costruzione e dai mezzi per
ottenerla: pochi elementi di chiaroscuro e una linea forte e in-